Relazioni e reti sociali: c'è un limite anche al numero di «amici»
Il vero numero non è quello della somma delle persone che ho in rubricaAnalisi della rete di relazioni sociali
Con quanta gente siamo in grado di relazionarci? E quanto siamo
bravi a mantenere i nostri rapporti sociali? Per rispondere a queste
domande, una ricerca, realizzata da Telefónica e Università Carlos III
di Madrid, ha analizzato per un periodo di 19 mesi 20 milioni di utenti
telefonici. Dallo studio del loro comportamento sono emersi, secondo i
ricercatori, dati fondamentali per comprendere il funzionamento delle
reti sociali.
Pubblicata su Scientific Report, la ricerca è partita dal presupposto che i contatti telefonici sono rappresentativi dei rapporti
face to face.
I primi e gli ultimi sei mesi sono stati utilizzati per verificare la
preesistenza di una relazione e la sua continuità. I sette mesi di mezzo
sono il vero oggetto d’indagine.
CONNETTIVITÀ SOCIALE - «Con la
nostra ricerca», spiega Giovanna Miritello, autrice principale dello
studio, «volevamo stabilire il numero di persone con cui siamo in grado
di relazionarci costantemente. Questo aspetto, definito
connettività sociale, è molto importante, perché persone particolarmente
connesse possono
rivelarsi strategiche per propagare un’informazione nella società. Per
fermare un’epidemia, ad esempio, è fondamentale contattare chi è in
grado di influenzare più persone», prosegue Miritello. «Sino a oggi, il
numero delle possibili relazioni era stato calcolato in modo aggregato:
per capirci con un esempio immediato, era stato calcolato il numero
totale di persone il cui nome ho in rubrica. Ma le relazioni che ognuno
di noi gestisce in questo momento – con la famiglia, gli amici e i
conoscenti – sono un numero molto inferiore alla somma delle persone
conosciute nel corso dell’intera esistenza».
LA MEDIA È SETTE - Dall’analisi
del comportamento telefonico degli utenti è emerso che la maggior parte
delle persone (50%) mantiene meno di sette relazioni sociali stabili.
Esiste poi un gruppo più ristretto (25%) che riesce a mantenerne più di
25; sono pochi gli individui capaci di mantenere fino a 200 relazioni in
un periodo di sette mesi. L’attenzione non va posta sull’evidente
fatto che esistono persone più o meno socievoli, quanto piuttosto sul
limite di frequentazioni che ognuno di noi è in grado di gestire. In
altre parole, «poiché ciascuno è in grado di rapportarsi solo con un
numero finito di persone nel tempo, questo significa che se domani
conoscerò una persona che entra a far parte della mia vita come amico,
conoscente o familiare, questa persona prenderà il posto di qualcun
altro che apparteneva prima alla mia rete sociale», spiega la
ricercatrice. Insomma: gente va, gente viene, ma il numero delle persone
frequentate rimane lo stesso.
DUE TIPI - La ricerca ha
evidenziato l’esistenza di due fondamentali tipi di individuo: coloro
che hanno un cerchio sociale stabile nel tempo, i cosiddetti
contenitori sociali, che di rado aggiungono o cancellano una nuova persona dalla propria rete; e gli
esploratori sociali, le cui relazioni hanno un alto tasso di cambiamento. Rispetto al numero di Dunbar (
ossia il numero di persone con le quali si è in grado di mantenere una relazione sociale stabile, ndr),
questo studio fa un passo in più. «Riprendendo l’esempio della rubrica
telefonica, il numero di Dunbar rappresenta tutti i numeri; il nostro
studio individua il numero di persone con cui sono in grado di
rapportarmi oggi», conclude Miritello. Tra i risultati dello studio,
uno sguardo è stato riservato anche a genere ed età: gli uomini sembrano
essere migliori comunicatori delle donne, ma per entrambi i generi la
capacità di relazionarsi diminuisce con il passare degli anni.
Elisabetta Curzel
29 maggio 2013 (modifica il 30 maggio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA