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 IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO

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MessaggioTitolo: IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO   IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO Icon_minitimeLun 02 Nov 2009, 17:08

I Maya avevano una vera ossessione per il tempo. L'intero territorio dei Maya, con le sue centinaia di città di pietra può essere classificato come un enorme monumento in stretta relazione con il tempo. Sulle mura che cingevano i campi per il gioco della palla, sui templi, sugli architravi, sui pannelli scolpiti e addirittura sulle conchiglie, sulla giada - usata in grande abbondanza - i Maya per un periodo che abbraccia circa 1000 anni, incisero le relative date non appena arrivavano alla conclusione dell'opera, o la incisero per celebrare qualche avvenimento del passato.

Un erudito ha perfino trovato un'iscrizione Maya che risale per novanta milioni di anni nel passato.

Ma perchè i Maya avevano questa ossessiva preoccupazione per il tempo ?

Perchè - è questa la risposta più semplice - i Maya erano convinti che il tempo fosse ciclico. E che la stessa influenza e le stesse conseguenze si ripetessero in ogni determinato periodo nella storia.

Fu proprio Diego de Landa - il primo e più esauriente occidentale a venire a contatto e a studiare approfonditamente la cultura maya - a scrivere nei suoi diari: " Riuscivano (i Maya) a calcolare meravigliosamente le loro epoche, e così era facile per un vecchio con il quale mi capitò di parlare, di ricordare tradizioni che risalivano a trecento anni prima. Chiunque abbia messo ordine al loro calcolo dei katun, fosse stato anche il diavolo, lo ha fatto con una esattezza mai nel passato eguagliata."

Una specie di compendio di questa incredibile interpretazione del Tempo - i Maya erano convinti che il mondo avesse sofferto apocalittiche distruzioni per quattro volte, e che quando il velo si alzò sulla storia dei Maya, essi stavano vivendo nell'epoca seguente la quinta creazione del mondo (gli indiani raccontarono a Diego de Landa che gli dei che reggevano la terra fuggirono "quando il mondo fu distrutto dal diluvio")- si trova in quello che è universalmente conosciuto come Codice di Dresda (foto in testa).

Il Codice di Dresda è uno dei tre codici Maya sopravvissuti - per puro miracolo - alla furia della conquista spagnola, che come sappiamo fece purtroppo terra bruciata dell'intera cultura Maya.

Il codice di Dresda (detto codex Dresdensis) è il più bello e il più complesso dei tre (cm.350X20X9) risale probabilmente all'XI o XII secolo e ricopia quasi sicuramente un originale del periodo classico; parla delle eclissi, della rivoluzione sinodica di Venere, di riti religiosi e di pratiche divinatorie, per ben 70 pagine. Fu scoperto a Vienna nel 1739, e in seguito venne acquistato dalla biblioteca di Sassonia, a Dresda.

E' stato proprio partendo da quel codice della biblioteca di Dresda, che Ernst Forstermann, impiegato di quella biblioteca, riuscì a decifrare una parte del calendario Maya, e a compiere il lungo conto che permette di stabilire una data in rapporto al punto di partenza cronologico Maya, grazie a una serie di glifi. Forstermann, in realtà, si era messo in testa di trovare il contenuto di quello strano libro di magia, e fu il primo, nel 1887, a capire che si trattava di tavole del pianeta Venere.

Ed è proprio il Codice di Dresda a fornire lumi su come il lungo computo del tempo scandito dal calendario Maya si arrestasse consapevolmente il 21 dicembre del 2012. Sappiamo poco su come essi immaginassero la fine del mondo. L'unica immagine possiamo averla osservando l'ultima pagina del codice di Dresda. In essa si vede l'acqua che distrugge il mondo, essa fuoriesce dai vulcani, dal Sole e dalla Luna generando oscurità che prevale sulla luce.

Cosa è questa acqua ?

E' facile pensare perchè questa profezia - o meglio, questo computo temporale - dei Maya abbia così suggestionato gli uomini di oggi. Se si prova ad immaginare quella profezia, attualizzandola, la prima cosa che viene in mente è il global warming: innalzamento degli oceani, ecc.. Ma tante altre ipotesi vengono alla mente: caduta di un meteorite, eruzioni spaventose. E c'è chi immagina anche che l'acqua che invaderà il mondo, possa essere quel nuovo quinto elemento sprigionato dagli esperimenti del Large Hadron Collider (del quale abbiamo parlato spesso qui a Mysterium ) che - guarda caso - stanno per iniziare a Ginevra, e che saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012...

Insomma, chi più ne ha più ne metta. Ma io penso che tutto questo dovrebbe semplicemente portarci a una conclusione: quella di studiare meglio la grande cultura maya, quella di un popolo terribile e misterioso, intorno al quale le nostre conoscenze sono ancora molto scarse...




La Civiltà Maya

Una delle civiltà più affascinanti mai esistite


La civiltà maya si sviluppa in un arco di 3.000 anni di storia su un territorio vasto piú di 300.000 chilometri quadrati con condizioni climatiche e ambientali molto diverse tra loro ,e comprende la penisola messicana dello Yucatán, il Belize, il Guatemala, l’Honduras e il Salvador.




Quella dei Maya è l'unica civiltà precolombiana che ha lasciato numerose ed estese iscrizioni. La scrittura Maya era una scrittura logosillabica, nella quale cioè ciascun simbolo, o grafema, poteva sia rappresentare una parola, o comunque avere un significato a sé stante, sia indicare foneticamente una sillaba. L'inizio dell'uso di una lingua scritta da parte dei Maya si può far risalire all'inizio dell'era cristiana. Una grande quantità di iscrizioni Maya sono incise su stele, e contengono riferimenti alle date principali della loro storia.



Lo Tzolkin ,il molto complesso calendario Maya, è il più accurato fra quelli conosciuti prima del calendario gregoriano.
L'anno, che iniziava il 16 luglio, quando il sole attraversa lo zenit, durava 365 giorni ed era suddiviso in 28 settimane di 13 giorni ciascuna



Inoltre questa gloriosa civiltà era in grado di prevedere le Eclissi,esistono infatti nel Codice di Dresda alcune tavole che riguardano la previsione delle stesse





le concezioni artistiche e architettoniche dei tanti ceppi Maya sono diversissime tra loro, essendosi sviluppate in regioni isolate le une dalle altre e in periodi storici differenti. L’arte e la scienza maya – considerate l’espressione culturale piú alta e sofisticata di tutte le civiltà della Mesoamerica – nascono inizialmente in luoghi diversi e soltanto nel Periodo Classico(dal 250 al 900 d.C.) le conoscenze acquisite dai vari gruppi vengono combinate e utilizzate comunemente.
Le maggiori città maya furono Tikal, Copan, Bonampak, Piedras Negras, e Palenque.
In questo periodo la storia maya presenta il suo sviluppo più massiccio nel campo dell’organizzazione culturale, politica, tecnologica, culminando in uno scenario dove ogni città era un piccolo stato che avava contatti con le medesime solo per scambi commerciali


All'ombra delle città si trovavano i campi di mais, tutto ciò che facevano, tutto ciò in cui credevano i maya, era messo in relazione con il mais. I templi e i sacrifici avevano il compito di assicurare abbondanti raccolti;
l'elaborata teologia era uno strumento di propiziazione del potere, ma anche dei frutti della semina;




il calendario era suddiviso in funzione dei lavori da compiere nei campi. Nelle città maya nei giorni di festa vi affluiva tutto il contado che assisteva ai riti, sfilava in processione, impiantava le bancarelle, giocava alla palla, alla Pelota,pagava le tasse e poi se ne tornava alle proprie comode capanne
Intorno al 900, questi centri vennero misteriosamente abbandonati (le ipotesi spaziano da carestie ad eventi naturali).
Parte della popolazione si spostò nello Yucatàn, e qui ebbe il suo centro la civiltà maya del periodo seguente.







I centri del Nuovo Impero furono Chichen Itza, Uxmal, Mayapan e Labnà.L'apice del popolo Maya fu intorno al 1000d.C. ,ma problemi interni e guerre fra le varie città ne provocarono la decadenza.



La popolazione lentamente abbandonò i grandi centri urbani e tutte le attività commerciali persero la loro importanza.
A questo punto i Maya furono lentamente assoggettati dagli Aztechi.
Nel 1517 Hernandez de Cordoba sbarcò nello Yucatan e questo suo sbarco fu esiziale per le popolazioni autoctone. Lui e gli altri invasori ebbero il loro primo impatto con costruzioni in pietra...



Le rovine di numerosi centri costruiti per le cerimonie religiose mostrano l'abilità dei Maya nel campo dell'architettura. Questi centri comprendevano di solito vari basamenti piramidali, spesso sormontati da templi o altri edifici, affacciati a loro volta su una grande piazza comune.
Le piramidi, generalmente di terra e pietrisco, erano rivestite di blocchi di pietra e vi si accedeva tramite ripide scale, poste su uno o più lati.





L'arco era sconosciuto; l'interno e l'esterno erano dipinti con colori brillanti mentre le decorazioni, sculture in legno dipinto, stucchi e mosaici in pietra abbellivano le facciate.
Le abitazioni comuni erano probabilmente simili alle capanne in mattoni e frasche in cui abitano ancora oggi i discendenti dei maya.

Gli spagnoli rovesciarono con facilità i gruppi maya, indeboliti dalle guerre interne e colpiti da devastanti epidemie di cui erano portatori gli stessi conquistadores.
La popolazione indigena passò da un massimo di otto milioni a poco più di un milione di abitanti a causa dello sterminio spagnolo.



La guerra dei conquistadores durò più di un secolo; arrivati nel 1527, riuscirono a conquistare l'ultima città maya nel 1697.






Alcuni studiosi affermano che la prima civiltà, quella corrispondente all’era dell’acqua, era Atlantide, che proprio dall’acqua fu distrutta. Si sostiene che Atlantide sia sprofondata a causa di uno spostamento dell’asse terrestre circa 10.500 anni fa. Platone, nel Crizia e nel Timeo parla proprio di Atlantide, un’isola che si sarebbe trovata oltre le colonne d’Ercole





Si può notare che le opere più maestose e misteriose come la Sfinge, le Piramidi,
le statue dell’Isola di Pasqua,
hanno tutte una certa attinenza strutturale e ci si chiede se siano state create dai supersiti di Atlantide o addirittura se le abbiano create gli extraterrestri.
Qualcuno ritiene che la stessa Atlantide possa essere stata creata dagli extraterrestri. Molti autori suggeriscono invece che gli extraterrestri abbiano fornito agli egizi e ai Maya il sistema per costruire le piramidi. Le piramidi infatti possiedono poteri particolari......


http://mysterium.blogosfere.it/2008/05/2012-la-profezia-dei-maya-la-fine-del-mondo-secondo-lultima-pagina-del-codice-di-dresda.html
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MessaggioTitolo: Re: IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO   IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO Icon_minitimeMer 04 Nov 2009, 18:33

http://apocalisselaica.it/varie/miti-misteri-e-poteri-occulti/i-calcoli-dei-maya-si-fermano-al-2012

http://www.edicolaweb.net/pacal11g.htm

http://www.2012dayafter.com/Civilt%C3%A0deiMaya/IlCodicediDresda/tabid/605/Default.aspx

http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-6761.htm
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MessaggioTitolo: Re: IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO   IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO Icon_minitimeDom 22 Nov 2009, 14:26

I Maya (300 - 900 d.C.)





I Maya non possedevano le conoscenze necessarie per determinare se un'eclisse di Sole fosse visibile nelle zone in cui abitavano, ma sembra che anche le eclissi non visibili, e che quindi non avevano potuto osservare, fossero comunque state da loro previste e registrate.
Esistono infatti nel Codice di Dresda alcune tavole che riguardano la previsione delle eclissi. Le tavole riportano dei periodi di 177 o 178 giorni (che corrispondono a 6 cicli di fasi lunari), intervallati in modo apparentemente casuale da periodi di 148 giorni (corrispondenti a 5 mesi lunari).
Ora, le eclissi hanno luogo solo quando Sole e Luna si trovano all'incirca ai nodi dell'orbita lunare: questo avviene ogni 173.31 giorni. Le registrazioni Maya mostrano che le eclissi hanno luogo solo durante questi periodi particolari, che si ripetono ogni sei mesi (177 giorni): i 4 giorni di differenza richiedono la correzione di un ciclo da 177 giorni con uno di 148.

http://www.pd.astro.it/eclisse/maya.htm
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MessaggioTitolo: Re: IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO   IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO Icon_minitimeDom 22 Nov 2009, 14:28

I Maya acquisiscono conoscenze astronomiche di straordinaria importanza mentre l’Europa attraversa ancora l’età oscura del medio evo. Tutta la civiltà ruota attorno calcoli astronomici precisissimi riportati strutturalmente persino nelle costruzioni degli Ziggurat. Essi non credono nella linearità del tempo ma alla sua ciclicità, identificando tempi di ritorno per eventi di importanza maggiore o minore.

Purtroppo quasi tutti i documenti scritti dai Maya furono distrutti dagli spagnoli al seguito di Fernando Cortez nel XVI secolo ma alcuni di quelle tavole furono nascoste dai sacerdoti e sono riuscite ad arrivare fino a noi. La più importante di tutte viene chiamata codice di Dresda (in figura) in quanto si trova attualmente nella città tedesca. Il suo esame cominciò nel 1880 ma soltanto negli anni ’80 si è giunti ad una sua completa traduzione. Essa contiene informazioni precisissime sulle eclissi e sugli eventi della fine del tempi, identificati secondo il calendario Maya con la data del 21 Dicembre 2012. ma come funziona un calendario Maya?

Per la nostra civiltà il tempo è una linea retta che parte da un punto preciso e continua. I Maya credevano che un evento verificatosi nel passato si sarebbe ciclicamente ripetuto. Il calendario Maya dunque replica il tempo attraverso cicli. Il giorno, unità base viene chiamato “kin” segue Il numero 20 che è un po’ una sorta di mese, esso è chiamato “uinal”. C’è poi il periodo “tun” 20x18= 360 giorni; Un periodo “k’atun” 20x360 = 7200 giorni; Un periodo “B’aktun” 20x7200 =144000 giorni. La data era quindi costituita secondo questi periodi, essa contava 5 cifre ad esempio 7.9.14.12.18 ovvero 7 baktun, 9 katun, 14 tun, 12 uinal e 18 kin.

I kin, i tun e i katun erano numerati da 0 a 19, mentre gli uinal andavano da 0 a 17 e i baktun da 1 a 13. Ciò significa che la data presa come esempio corrisponde al giorno n. 1078098 dall'inizio del conteggio: infatti 18 + 12 x 20 + 14 x 18 x 20 + 9 x 20 x 18 x 20 + 7 x 20 x 20 x 18 x 20 = 1078098. Data di partenza è considerata il 13.0.0.0.0 (che equivarrebbe allo 0.0.0.0.0, se il baktun cominciasse da 0 anziché da 1), coincidente con quella conclusiva, oltre la quale il ciclo ricomincia. Un ciclo completo ha una durata di 1872000 giorni, cioè circa 5125 anni (1872000 = 13 x 144000). Esso costituisce la durata complessiva del “lungo computo” il calendario con il quale veniva misurato l’effettivo scorrere del tempo.

Esistevano però almeno 3 calendari: Un primo calendario della durata di 365 giorni costituito da 18 mesi di 20 giorni ciascuno a cui si aggiungono 5 giorni con i quali si completa il ciclo (18x20=360; 360+5=365), questi 5 giorni sono considerati molto sfortunati. Corrisponde al nostro calendario solare. Un secondo calendario ha la durata di 260 giorni ed è costituito da 13 mesi di 20 giorni ognuno, si tratta per lo più di un calendario cerimoniale, basato sul periodo della gestazione della donna, veniva utilizzato per raccordare gli eventi celesti con quelli terreni. Eclissi e cicli di venere venivano previsti con questo calendario. Combinando i primi due calendari si ottiene un periodo della durata di 52 anni, al termine del quale i Maya temevano sempre un evento particolarmente catastrofico. Infine l’ultimo calendario denominato lungo computo, il lungo computo contiene i precedenti calendari e misura il tempo dalla nascita mitica della loro civiltà, l'11 o il 13 agosto 3114 a.C. del calendario gregoriano (ciò significa il 6 o l'8 settembre 3114 a.C. del calendario giuliano), e quindi quella conclusiva del ciclo (corrispondente al 13.0.0.0.0) dovrebbe cadere il 21 o il 23 dicembre 2012.

La fine coincide dunque in modo non casuale con il solstizio d’inverno e naturalmente con la fine dell’anno solare secondo il nostro calendario ma non solo. Il 21 Dicembre del 2012 la terra assieme al sole ed al tutto il sistema solare avrà compiuto un “anno galattico” ovvero un giro completo attorno alla galassia della durata di 25625 anni. Ma le coincidenze non finiscono qui, il 21 Dicembre del 2012 l’asse terrestre avrà anche percorso un giro completo attorno al proprio centro di rotazione secondo la ben nota precessione degli equinozi, per farlo occorrono 25560 anni. I Maya conoscevano il fenomeno della precessione e lo identificavano con l’anno galattico definendolo come periodo complessivo di durata di una civiltà. Questo periodo viene diviso in 5 ere della durata ognuna di 5125 anni. 4 ere sono già passate, l’ultima (quella dell'oro) sta per terminare. Il 21 Dicembre del 2012 il Sole sarà anche allineato con il centro della nostra galassia e si troverà in quella che i Maya definivano con l’entrata nell’aldilà.

Tutte queste conoscenze portarono i Maya a decidere di terminare consapevolmente il lungo computo il 21 dicembre del 2012. Sappiamo poco su come essi immaginassero la fine del mondo, quello che sappiamo per certo è che prestavano molta attenzione alla fine di ogni era. L’unica immagine possiamo averla osservando l’ultima pagina del codice di Dresda. In essa si vede l’acqua che distrugge il mondo, essa fuoriesce dai vulcani, dal Sole e dalla Luna creando oscurità sulla luce.

La terra verrà allora sommersa da una serie di inondazioni? La catastrofe di New Orleans è solo l’inizio dei mutamenti climatici che porteranno a degli sconvolgimenti su scala planetaria? Il ciclo k’atun 4 cominciato nel 1993 e che terminerà proprio il 21 Dicembre del 2012, viene descritto nei testi sacri Maya come una fase di preludio di grandi cambiamenti, un periodo in cui l’uomo riprenderà contatto con se stesso, questa presa di coscienza sarà determinata da eventi catastrofici? Viviamo un periodo di grandi cambiamenti e non si può certamente negare, ma non sembriamo ancora pronti ad affrontare delle trasformazioni necessarie perché la nostra civiltà riesca a sopravvivere molto a lungo, sarà la natura ad imporci di farlo?.

Certo non è realistico aspettarsi che le cose cambino in un giorno ma forse un giorno si guarderà a quella data come un momento in cui la coscienza dell’uomo sarà cambiata in funzione dei bisogni dell’umanità e del pianeta. La domanda giusta allora non è “Cosa accadrà il 21 Dicembre del 2012?”, ma “Cosa stiamo facendo per evitare che una qualsivoglia catastrofe colpisca l’umanità?”. Solo il tempo potrà dirlo ed il tempo come i Maya sapevano bene, sta per scadere....

http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-6761.htm
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MessaggioTitolo: Re: IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO   IL CODICE DI DRESDA:TUTTA COLPA SUA,ORA È PIU CHIARO Icon_minitimeDom 06 Dic 2009, 23:43

C'è una cosa che bisogna comprendere sul perchè la profezia dei Maya sulla data del 2012 sia così clamorosamente esplosa, in questo periodo, nel mondo intero, e anche qui a Mysterium, dove il post che abbiamo scritto sull'argomento ha fatto registrare un record di commenti.
I Maya avevano una vera ossessione per il tempo. L'intero territorio dei Maya, con le sue centinaia di città di pietra può essere classificato come un enorme monumento in stretta relazione con il tempo. Sulle mura che cingevano i campi per il gioco della palla, sui templi, sugli architravi, sui pannelli scolpiti e addirittura sulle conchiglie, sulla giada - usata in grande abbondanza - i Maya per un periodo che abbraccia circa 1000 anni, incisero le relative date non appena arrivavano alla conclusione dell'opera, o la incisero per celebrare qualche avvenimento del passato.
Un erudito ha perfino trovato un'iscrizione Maya che risale per novanta milioni di anni nel passato.
Ma perchè i Maya avevano questa ossessiva preoccupazione per il tempo ?
Perchè - è questa la risposta più semplice - i Maya erano convinti che il tempo fosse ciclico. E che la stessa influenza e le stesse conseguenze si ripetessero in ogni determinato periodo nella storia.
Fu proprio Diego de Landa - il primo e più esauriente occidentale a venire a contatto e a studiare approfonditamente la cultura maya - a scrivere nei suoi diari: " Riuscivano (i Maya) a calcolare meravigliosamente le loro epoche, e così era facile per un vecchio con il quale mi capitò di parlare, di ricordare tradizioni che risalivano a trecento anni prima. Chiunque abbia messo ordine al loro calcolo dei katun, fosse stato anche il diavolo, lo ha fatto con una esattezza mai nel passato eguagliata."
Una specie di compendio di questa incredibile interpretazione del Tempo - i Maya erano convinti che il mondo avesse sofferto apocalittiche distruzioni per quattro volte, e che quando il velo si alzò sulla storia dei Maya, essi stavano vivendo nell'epoca seguente la quinta creazione del mondo (gli indiani raccontarono a Diego de Landa che gli dei che reggevano la terra fuggirono "quando il mondo fu distrutto dal diluvio")- si trova in quello che è universalmente conosciuto come Codice di Dresda (foto in testa).
Il Codice di Dresda è uno dei tre codici Maya sopravvissuti - per puro miracolo - alla furia della conquista spagnola, che come sappiamo fece purtroppo terra bruciata dell'intera cultura Maya.
Il codice di Dresda (detto codex Dresdensis) è il più bello e il più complesso dei tre (cm.350X20X9) risale probabilmente all'XI o XII secolo e ricopia quasi sicuramente un originale del periodo classico; parla delle eclissi, della rivoluzione sinodica di Venere, di riti religiosi e di pratiche divinatorie, per ben 70 pagine. Fu scoperto a Vienna nel 1739, e in seguito venne acquistato dalla biblioteca di Sassonia, a Dresda.
E' stato proprio partendo da quel codice della biblioteca di Dresda, che Ernst Forstermann, impiegato di quella biblioteca, riuscì a decifrare una parte del calendario Maya, e a compiere il lungo conto che permette di stabilire una data in rapporto al punto di partenza cronologico Maya, grazie a una serie di glifi. Forstermann, in realtà, si era messo in testa di trovare il contenuto di quello strano libro di magia, e fu il primo, nel 1887, a capire che si trattava di tavole del pianeta Venere.
Ed è proprio il Codice di Dresda a fornire lumi su come il lungo computo del tempo scandito dal calendario Maya si arrestasse consapevolmente il 21 dicembre del 2012. Sappiamo poco su come essi immaginassero la fine del mondo. L'unica immagine possiamo averla osservando l'ultima pagina del codice di Dresda. In essa si vede l'acqua che distrugge il mondo, essa fuoriesce dai vulcani, dal Sole e dalla Luna generando oscurità che prevale sulla luce.
Cosa è questa acqua ?
E' facile pensare perchè questa profezia - o meglio, questo computo temporale - dei Maya abbia così suggestionato gli uomini di oggi. Se si prova ad immaginare quella profezia, attualizzandola, la prima cosa che viene in mente è il global warming: innalzamento degli oceani, ecc.. Ma tante altre ipotesi vengono alla mente: caduta di un meteorite, eruzioni spaventose. E c'è chi immagina anche che l'acqua che invaderà il mondo, possa essere quel nuovo quinto elemento sprigionato dagli esperimenti del Large Hadron Collider (del quale abbiamo parlato spesso qui a Mysterium ) che - guarda caso - stanno per iniziare a Ginevra, e che saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012...
Insomma, chi più ne ha più ne metta. Ma io penso che tutto questo dovrebbe semplicemente portarci a una conclusione: quella di studiare meglio la grande cultura maya, quella di un popolo terribile e misterioso, intorno al quale le nostre conoscenze sono ancora molto scarse...
fonti: Victor W.Von Hagen - Il Mondo Maya - Newton, 1977.
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