Smentito il ruolo della Nube di Oort: il 90% delle comete che arrivano fino a noi provengono da altr

La cometa McNaught, ben visibile dall'Italia in questi giorni anche con un semplice binocolo, da oggi ha un fascino in piu': sappiamo che arriva da un altro sistema solare, diverso dal nostro e chissa' quanto lontano.

Secondo un articolo pubblicato oggi su Science non e' affatto un'eccezione perche' oltre il 90% delle comete che attraversano il nostro Sistema Solare sono nate vicino ad altre stelle. Sono messaggeri di altri sistemi solari anche tante altre comete celebri, come quella di Halley che ha dato spettacolo nel 1986 e la Hale-Bopp, nota come la ''Grande cometa del 1997'' e la piu' osservata del XX secolo.

Secondo i ricercatori, coordinati dall'americano del Southwest Research Institute (SwRI) di Boulder (Colorado), oltre il 90% delle comete che sono ormai di casa nel nostro Sistema Solare in un passato lontanissimo hanno vagato tra le stelle portando con se' l'Abc della vita: acqua e molecole organiche.

Soltanto una piccola minoranza sarebbe quindi nata nella zona al confine del Sistema Solare chiamata Nube di Oort e finora considerata la culla delle comete. La teoria, rivoluzionaria, e' stata messa a punto da un gruppo che comprende i maggiori esperti internazionali in questo campo, come Hal Levison e David Kaufmann, entrambi dell'SwRI, Martin Duncan, della canadese Queen's University, Ramon Brasser, dell'Osservatorio francese della Costa Azzurra.

''La formazione della Nube di Oort e' stata un mistero per oltre 60 anni e il nostro lavoro risolve finalmente il problema'', dice Brasser. Secondo la teoria, basata su simulazioni al computer e calcoli che considerano le perturbazioni delle orbite planetarie, le comete che oggi circolano nel nostro Sistema Solare sono nate nell'ammasso di migliaia di stelle nel quale e' nato anche il Sole.

Poi attorno a ciascuna stella si e' formato il disco di polveri che ha dato origine ai pianeti e che era probabilmente costellato da piccoli corpi ghiacciati, le comete. Quando hanno cominciato a formarsi i pianeti, i piu' grandi hanno scalciato via le comete, che hanno cominciato a disperdersi e distribuirsi in tutti i sistemi planetari generati nell'ammasso, ''catturati'' dai loro Soli.

''Alla luce di questa teoria, se dovessimo fare una stima delle comete nate nella nube di Oort, ne avremo moltissime di meno'', osserva l'astrofisico Gianluca Masi, del Virtual Telescope. Si apre cosi' uno scenario davvero suggestivo: secondo l'ipotesi della contaminazione, secondo la quale sono state le comete a portare acqua e vita sulla Terra, nell'intera galassia l'alfabeto alla base della vita potrebbe essere lo stesso. ''Statisticamente - dice Masi - c'e' la stessa probabilita' che i fratelli del Sole, ossia le stelle nate nella sua stessa culla, condividano un potenziale identico''. Il meccanismo descritto in questa ricerca, aggiunge Masi, ''ha contribuito a 'mescolare' questi portatori di molecole preziose''.

fonte www.ANSA.it
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