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 Le zanzare Ogm senza olfatto non ci pungono

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MessaggioTitolo: Le zanzare Ogm senza olfatto non ci pungono   Le zanzare Ogm senza olfatto non ci pungono Icon_minitimeDom 09 Giu 2013, 20:33

Le zanzare Ogm senza olfatto non ci pungono




Con sequenza genetica modificata non sono più in grado di sentire l’odore della pelle umana né l’insetticida









[img(180,140)]http://images2.corriereobjects.it/Hermes%20Foto/2013/06/01/Copy-of-mosquito-culex-pipiens-2[1]--180x140.jpg?v=20130601092257[/img]Un esemplare di «Culex pipiens», la zanzara comune
Zzzzzzz....è uno di suoni più avversati del pianeta, la maledetta
zanzara in agguato, magari vicino al letto. Zanzare che ignorano gli
esseri umani? Un sogno planetario. Che forse potrebbe diventare realtà. I
ricercatori dell’Howard Hughes Medical Institute (Hhmi)
hanno modificato geneticamente le zanzare, alterandone l’olfatto.
Risultato: i fastidiosi e a volte pericolosi insetti non sono più in
grado di sniffare l’odore della pelle umana, così attraente per loro, né
quello dell’insetticida.
UN DEBOLE PER GLI ESSERI UMANI -
«Amano tutto di noi. Il buonissimo odore del nostro corpo, l’anidride
carbonica che esaliamo e il nostro calore», ha dichiarato Leslie
Vosshall, neurobiologa proveniente dall’Università Rockefeller di New
York, che ha capitanato lo studio. Ed è proprio l’odore del corpo a
distinguere gli esseri umani dagli altri animali a sangue caldo. In
realtà, molte specie di zanzare non hanno particolari preferenze tra le
specie animali. Ma ad avere un debole per la nostra, sono proprio quelle
per noi più pericolose: la Aedes aegypti, la zanzara che trasmette dengue e febbre gialla, e l’Anopheles gambiae, che ospita i parassiti della malaria. Questo studio, pubblicato su Nature,
non solo ha dimostrato che le zanzare possono essere modificate
geneticamente, ma ha anche messo le basi per rispondere al perché sono
così attratte dagli esseri umani, e come si potrebbe bloccare tale
attrazione.

IL GENE ORCO – La sequenza genetica della A. aegypti
era stata completata nel 2007. L’anno successivo, Vosshall ha raggiunto
il team che aveva effettuato la mappatura per concentrarsi su come
intervenire con l’ingegneria genetica su questi insetti. La squadra di
ricercatori ha puntato su un gene chiamato «orco», noto per essere
determinante nel costruire la risposta agli odori. E, dunque, nel
scegliere la propria vittima. Intervenendo su quest’unico gene negli
embrioni delle zanzare, è stata in grado di generare individui adulti
con basi biologiche e comportamenti modificati rispetto alla propria
capacità di percepire e dunque reagire agli odori. «Perturbando
un singolo gene, possiamo confondere drasticamente le zanzare nella
loro ricerca di esseri umani», continua Vosshall
. Le zanzare
mutanti nate in laboratorio hanno dimostrato una minore preferenza per
gli esseri umani rispetto a quella per i porcellini d’india.

REPELLENTI AL TATTO - Il team ha
anche testato se le zanzare con il gene orco modificato rispondevano in
modo diverso al Deet, il principio attivo più comune negli insetto-
repellenti. Alle zanzare venivano presentate due braccia umane, una
cosparsa di una soluzione contenente Deet, e l’altra priva. Gli insetti
sciamavano in misura uguale su entrambi gli arti, dimostrando di non
poter annusare l’odore del Deet. Una volta atterrate sul braccio con il
repellente, però, volavano via. Ciò ha dimostrato per la prima volta
come esista un doppio meccanismo di reazione a questo insetticida, uno
via odorato, l’altro via tatto. «È incredibile che la gente si cosparga
di Deet da 60 anni, e non abbiamo un’idea chiara di come funzioni
realmente. Come scienziata, mi fa diventar matta», ha commentato
Vosshall. Il Deet, tra l’altro, è da anni al centro delle polemiche per i
suoi possibili effetti collaterali nocivi sulla salute umana. Lo studio
in questione è un passo molto importante per capire come debbano essere
concepiti i repellenti di prossima generazione. Ed è questo lo scopo
dei ricercatori, non quello d’inserire in natura organismi geneticamente
modificati, con le problematiche che ciò implica.


Carola Traverso Saibante1 giugno 2013 | 9:22© RIPRODUZIONE RISERVATA
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