Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare)
+4
INTERCEPTOR
V-Vendetta
cristiBlack
andromeda77
8 partecipanti
Autore
Messaggio
CYBORG AMMINISTRATORE
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Gio 13 Gen 2011, 09:26
Ottimo post...interessante...
manuel
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Mer 12 Gen 2011, 21:23
in italia a pompei abbiamo una bella ananas ,frutto scoperto dopo la scoperta ufficiale del'america, dipinta in un affresco dell'epoca sulla poi c'è la pila di bagdad che produceva qualche wat di corrente... ma che se ne facevano gli antichi senza nulla per poterla ... usare?
Ospite Ospite
Titolo: Il Cubo di Schondorf-Vocklabruck o Cubo di Gurlt Mer 20 Gen 2010, 13:15
Il Cubo di Schondorf-Vocklabruck o Cubo di Gurlt
Le profondità della terra rimangono ancora oggi pressoché inaccessibili e certo è che in quei meandri si celino innumerevoli testimonianze della vita agli albori del nostro pianeta. Accade spesso che nelle miniere vengano rinvenuti oggetti per così dire anacronistici (indicati con l'acronimo OOPArt), incompatibili, cioè, con il periodo nel quale li si colloca. Uno dei primi ed affascinanti ritrovamenti di questo tipo riguarda il cosiddetto cubo di Schondorf-Vocklabruck detto anche cubo di Gurlt. Tale oggetto è stato portato a conoscenza del grande pubblico dal libro di Peter Kolosimo intitolato Non è terrestre, uscito nel 1971. La storia del cubo di Schondorf-Vocklabruck
Nell'autunno del 1885, un operaio di nome Reidl, che lavorava in una fonderia a Schöndorf, vicino Vöcklabruck, in Austria, fece una singolare scoperta: spaccando un blocco di lignite che proveniva dalla miniera di Wolfsegg, si accorse che all'interno di esso vi era un singolare oggetto. Si trattava di un piccolo cubo di acciaio, che misurava 67 x 67 x 47 millimetri e pesava circa 785 grammi; aveva due lati arrotondati ed una profonda scanalatura che lo cingeva completamente. La lignite (Brown Coal) è un carbon fossile formatosi dalle foreste del secondario e del terziario; il deposito da cui proveniva il blocco in questione venne datato 60 milioni di anni fa e in quel periodo non avrebbero dovuto esserci forme di vita intelligenti sulla terra. Gli operai trovarono l'oggetto singolare, tanto da portarlo all'attenzione del loro capo, uno dei figli di Isidor Braun, il proprietario della fonderia, che portò il reperto al museo Heimathaus di Vöcklabruck.
Durante una conferenza alla Naturhistorische Verein (Società di Storia Naturale) di Bonn avvenuta nel 1886, l'ingegnere minerario Adolf Gurlt (professore di geologia all'università di Bonn che diede anche il nome al reperto) ipotizzò si trattasse di un meteorite. Fra il 1966 e il 1967, l'oggetto fu analizzato dal museo di storia naturale di Vienna (Vienna Naturhistorisches Museum) per mezzo del microscopio elettronico, ma non furono rinvenute tracce di nickel, cromo o cobalto nel materiale di cui era composto, escludendo quindi l'origine meteorica; l'assenza di zolfo, inoltre, indicava che non poteva trattarsi nemmeno di pirite (minerale composto da disolfuro di ferro FeS2). A causa del suo basso contenuto di magnesio, il dottor Gero Kurat, esperto di mineralogia del museo di Vienna, e il dottor Rudolf Grill, del Geologische Bundesanstalt (istituto di rilevamento geologico) di Vienna, ipotizzarono si potesse trattare di ferro fuso; il che faceva pensare ad oggetti di forma simile usati come zavorra nei primi macchinari minerari. Una successiva analisi compiuta da Hubert Mattlianer nel 1973 ha aperto l'ipotesi che poteva essere stato fuso usando la tecnica della cera persa, molto usata nell'età del bronzo, che consisteva nel creare un modello di cera e utilizzarlo per farne uno stampo di argilla. Praticando due fori sullo stampo, uno in alto e uno in basso si fa uscire la cera scaldandola e si versa del bronzo fuso al suo posto. Se ne ricava un modello identico a quello di cera. Al contrario di quanto scritto nei primi rapporti, le immagini dell'oggetto non mostrano una particolare precisione geometrica. Il fatto strano è che la foto dell'oggetto sia pressoché irreperibile. Venne realizzata una copia del reperto ed esposta all' Oberosterreichisches Landesmuseum, a Linz (il museo di Castello Linz), dove fu esposto l'originale dal 1950 al 1958; secondo lo scrittore Peter Kolosimo, che discute dell'oggetto nel libro Non è terrestre, del 1971, l'originale si troverebbe al Salisbury Museum nel Regno Unito. Alcuni anni fa il giornalista russo G. N. Ostroumov, decise di investigare sulla faccenda del cubo. Quando si presentò a Salisburgo per chiedere informazioni, gli addetti del museo dissero di non sapere dove fosse il cubo e che, probabilmente, era andato perduto prima della seconda guerra mondiale. Anche la documentazione del periodo in cui il cubo è stato trovato risultava mancante. Ostroumov scrisse alcuni articoli bollando l'intera faccenda come bufala. Teorie
Anche in questo caso, sono diffuse le classiche teorie circa gli OOPArt: origine aliena, origine terrestre (un antico popolo sconosciuto) e origine naturale. Rispetto alla maggioranza degli altri casi di OOPArt, questa volta sono stati compiuti seri esami scientifici sul reperto e i risultati spingono a credere che il cubo abbia un origine artificiale. Comunque, il cubo è attualmente esposto all' Heimathaus Museum di Vöcklabruck, in Austria.
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Lun 18 Gen 2010, 20:29
OOPARTS : Alcune testimonianze
Mercurio88
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Dom 17 Gen 2010, 15:10
Alcuni video interessanti di ritrovamenti di OOPARTS:
Un piccolo documentario-spiegazione sugli OOPARTS:
CYBORG AMMINISTRATORE
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Ven 08 Gen 2010, 15:30
IO CREDO CHE OGNI OGGETTO NON ANCORA TROVATO..SIA APPUNTO DIFFICILE DI INDIVIDUARE PROPRIO PERCHÈ SI TROVA FUORI POSTO
ELEMENTO junior
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Mer 16 Dic 2009, 14:27
quanti oggetti il tempo ha ancora da rivelerci eppure qualcuno li ha messi dove ora stanno
INTERCEPTOR junior
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Ven 11 Dic 2009, 18:22
interessantissimo topic,molto illuminato.
V-Vendetta junior
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Lun 07 Dic 2009, 14:30
concordo a pieni voti con te cristiBlack ,infatti ultimamente saltano sempre nuove novita su argomenti che da anni vengono messi in disparte e nessuno ci da importanza
cristiBlack junior
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Lun 07 Dic 2009, 09:55
Questo argomento è davvero interessante e non ne sapevo nulla prima di leggere questo articolo. Io credo che l'umanità sia frutto di un incrocio manipolato da altre civiltà, o megllio, altre razze, magari aliene, e che di tanto in tanto salti fuori qualche "reperto" a tale testimonianza. Poi non so...
cristiBlack
Ospite Ospite
Titolo: Re: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Lun 23 Nov 2009, 01:33
Un inspiegabile ritrovamento
A partire dai primi anni ottanta, i minatori della miniera d’argento di Wonderstone, in Sud Africa, hanno portato alla luce diverse sfere dall'aspetto metallico la cui esistenza solleva alcuni interessanti interrogativi. Fino ad ora, ne sono state estratte circa 200; dal colore blu acciaio con riflessi rossastri, all’interno del metallo sono presenti fibre di colore bianco. Le loro dimensioni si aggirano sui sette centimetri di diametro e pare siano costituite da una lega di nichel e acciaio, principalmente di origine meteorica. Quello che stupisce di più, è il fatto che, nonostante le tre linee parallele incise sull'equatore di una di queste sfere facciano pensare ad un origine artificiale, lo strato geologico nel quale è stato effettuato il ritrovamento è stato datato a quasi tre miliardi di anni fa.
La storia delle sfere metalliche di Klerksdorp
Il mistero delle sfere di Klerksdorp ebbe origine da alcune pubblicazioni divulgate nella decade che va dal 1980 al 1990; la prima di esse, uscita nel 1982, è un articolo a firma "Jimson S." ( Scientists baffled by space spheres, 27 luglio 1982) pubblicato su Weekly World News. Il giornale riportava la notizia della scoperta di questi misteriosi oggetti nelle cave di pirofilite presso la cittadina di Ottosdal (nel Transvaal occidentale) in Sudafrica; le sfere prendono il nome dal museo di Klerksdorp, nel quale erano conservate. Il ritrovamento è stato effettuato in un deposito precambriano vecchio di 2,8 miliardi di anni; a quell'epoca, secondo le conoscenze scientifiche odierne, sulla terra non vi erano forme di vita intelligenti, ma solo colonie di batteri ed esseri unicellulari.
Le sfere rinvenute sono di due tipi: le prime composte da metallo bluastro costellato da puntini bianchi; le seconde cave, riempite all'interno con un materiale elastico. Secondo Roelf (Rolfe) Marx, sovrintendente del Museo di Klerksdorp, le sfere sono un mistero; specialmente se si osservano le tre incisioni perfettamente parallele presenti sull'equatore di una di queste, che fanno pensare ad una lavorazione artificiale. In una lettera datata 12 settembre 1984, Marx fornisce ulteriori informazioni sulle misteriose sfere asserendo che furono trovate nella pirofillite scavata vicino a Ottosdal. La formula chimica della Pirofillite (o Pirofilite) è Al2Si4O10(OH)2; si tratta di un minerale secondario, un fillosilicato di alluminio, abbastanza morbido. Le sfere sono invece estremamente dure; è stato dichiarato, infatti, che non si riusciva a scalfirle neanche con una punta d'acciaio.
Sempre secondo Marx, un professore di geologia all'Università di Potchefstroom, il professor A. Bisschoff, dichiarò che le sfere erano una concrezione di limonite (formula FeO (OH) nH2O), un ossido idrato di ferro che si forma per disfacimento di altri minerali ferrosi. Una concrezione è una massa avvolgente e compatta di roccia, formata dalla cementazione localizzata intorno ad un nucleo. Il primo problema circa questa teoria è che in genere le concrezioni di limonite si presentano a grappoli e non isolate e, ovviamente, senza scanalature parallele. Inoltre, se è vero che le sfere non si sono scalfite neanche utilizzando una punta d'acciaio, gli si dovrebbe attribuire una durezza (secondo la scala di Mohs) di almeno 6, mentre la durezza della limonite va da 5 a 5,5.
Negli anni '90 la storia è stata ripresa e usata come fonte attendibile da Michael A. Cremo e Richard L. Thompson, ed usata in un libro della serie Forbidden Archeology, in cui veniva presentata come una notizia vera e documentata, portandovi a sostegno la lettera di Rolf Marx scritta nel 1984. Girano anche alcune voci secondo cui Marx avrebbe affermato che le sfere ruotavano periodicamente sul proprio asse mosse da una forza sconosciuta. Purtroppo, la pietra con le scanalature venne trafugata dal museo prima che vi si potessero compiere ulteriori analisi scientifiche, come una prova di incisione
Un minerale di Goethite
Come già detto, le sfere sono state rinvenute in una cava di pirofilite, un materiale piuttosto morbido utilizzato anche come isolante elettrico, che si origina dalla trasformazione metamorfica di un deposito sedimentario. Questo dimostrerebbe che la formazione del materiale è posteriore dunque ai 2,8 miliardi di anni fa stimati da Marx. Durante il processo metamorfico che ha trasformato l'argilla e la cenere vulcanica in pirofilite si sarebbero formati i noduli metamorfici, consistenti in noduli di pirite, che quindi, per effetto dell'esposizione all'aria, si è trasformata in goethite, componente della limonite, ereditandone la forma sferica.
Secondo il professor A. Bisschoff, dell'Università di Potchefstroom a Johannesburg, anche i solchi paralleli potrebbero essere il frutto di un processo naturale di consolidamento (noto, per quanto raro). Inoltre, fin dagli anni '30, su pubblicazioni scientifiche e tecniche sono documentati ritrovamenti di noduli di pirite e goethite di origine metamorfica nelle miniere dove è avvenuto il ritrovamento delle sfere (Nels, L. T., Jacobs, H., Allen, J. T., e Bozzoli, G. R., 1937, Wonderstone. Geological Survey of South Africa Bulletin no. 8, Pretoria, Sudafrica; Jackson, J. A., e Bates, R. L., 1987, Glossary of Geology. American Geological Institute, Alexandria, Virginia).
Una delle sfere metalliche trovate a Ottosdal; questa presenta un solo solco sull'equatore e, secondo alcuni, somiglia a Giapeto, l'ottavo satellite di Saturno
I sostenitori del mistero non concordano su alcuni punti di questa spiegazione considerando le sfere degli OOPArt (dall'inglese Out of Place Artifacts, cioè Oggetti fuori posto nel senso di anacronistici) a tutti gli effetti. Ci sono tre teorie a riguardo: la prima, quella sostenuta dai creazionisti, sostiene che le sfere siano state create da un'entità superiore durante la creazione della terra stessa che, secondo questo filone di pensiero, sarebbe avvenuta solo poche migliaia di anni fa; un'altra teoria vuole che le sfere siano state portate sulla terra da una razza aliena per scopi ignoti. Infine, si contempla la possibilità che questi manufatti siano attribuibili ad una antichissima civiltà di cui si è persa ogni memoria. Data la sparizione della sfera con le tre incisioni dal museo, non si possono condurre esami scientifici che darebbero altrimenti delle certezze.
Titolo: aerei nell' antichita' Lun 23 Nov 2009, 01:29
aerei nell' antichita'
OGGETTI SIMILI AI MODERNI VELIVOLI VENNERO RITROVATI ANCHE AL DI LA' DELL' OCEANO, E PRECISAMENTE IN COLOMBIA, COSTA RICA, IN VENEZUELA ED IN PERU'. IL MISTERO NON E' LIMITATO SOLO AGLI ANTICHI EGIZI, MA DUNQUE IN TUTTO IL MONDO.
In Colombia, nella Valle del Cauca, vennero ritrovati alcuni artefatti appartenenti alla cultura Calima (l° secolo a.C. - ll° secolo d.C.), e tra questi alcune miniature, scoperte trent' anni fa dall' archeologo Alan Landsburg ed oggi ammirabili in diversi musei del mondo. Vengono definite dagli archeologi "Colganti Zoomorfi" vale a dire "composizioni aventi forma animale" o identificate con stilizzazioni di pappagalli o pesci.
Le miniature esposte al Museo dell' Oro di Bogotà
E' evidente che in comune con questi animali hanno ben poco. Per molte di queste il viso addirittura appare umanizzato, e nessuna mostra il becco tipico di un uccello. La maggior parte di queste miniature è esposta al Museo dell' Oro di Bogotà, presso la Banca Nazionale della Colombia, Al Museo Britannico di Londra, ed allo Smithsonian Institute di Washington.
Tutte le miniature misurano poco più di 5 centimetri e sono tra gli artefatti precolombiani più stupefacenti al mondo. Infatti, sebbene gli esperti di culture ispaniche li identifichino come oggetti di culto dalla forma animale, la loro aerodinamicità è sorprendentemente analoga a quella dei moderni jet con ali a delta.
Due miniature che ricordano i moderni jet
Può sembrare incredibile ma questa caratteristica è stata verificata da ingegneri aeronautici che ne hanno comprovato l' attitudine al volo.
Queste miniature furono dapprima oggetto di attenzione da parte di Ivan Sanderson, biologo, archeologo e scrittore, che per primo notò il loro aspetto "tecnologico". Successivamente l' ingegnere tedesco J.A. Ulrich, pilota di jet, dedusse che l' artefatto riproduceva perfettamente un caccia a reazione SAAB F-104, appena entrato, a quei tempi, in dotazione all' Aeronautica svedese. Anche un ufficiale tedesco, tenente Peter Belting, si interessò alle miniature riproducendo una di queste in scala 1:16 con materiale di schiuma per valutarne l' aerodinamicità, dotandolo di un motore elettrico e radiocomando.
Le prove eseguite sul modellino hanno dimostrato che si trattava di un aereo manovrabile e dotato di un' eccellente stabilità nel volo a vela. Gli spagnoli Romàn Molla, Justo Miranda e Paula Mercado hanno ricostruito modelli in scala di questi piccoli monili, e sottoponendoli alla galleria del vento ed a programmi di simulazioni di volo, confermarono che le miniature erano perfettamente aerodinamiche ed adatte al volo.
Altre miniature che ricordano moderni aerei a reazione
A questo punto ci si chiede come sia possibile che popolazioni vissute circa 2000 anni fa fossero a conoscenza di tecnologie tipiche della nostra epoca. Avevano visto qualcosa che riprodussero in un "Culto Cargo" (culto legato ad oggetti tecnologici divinizzati) oppure replicarono il ricordo mitizzato di macchine appartenute ad epoche precedenti ed a una cultura evoluta scomparsa? Questa tecnologia suggerita dalle miniature può trovare riscontro nei miti dei popoli amerindi. Nel New Mexico, il più antico ed enigmatico ceppo razziale preispanico, gli Hopi, dichiariano di essere il primo popolo ad avere occupato le terre del Nuovo Continente dopo il diluvio che rappresentò la fine dell' era precedene (la terza, per gli Hopi. Attualmente saremmo alla fine della quarta) ed hanno conservato per millenni le loro tradizioni orali.
Ecco cosa ci dicono gli Hopi riguardo a quell' epoca scomparsa: "I sopravvissuti alla seconda purificazione uscirono in superficie e diedero vita al terzo mondo. L' umanità ebbe un' altra possibilità. Seguendo la parola del Grande Spirito, gli uomini si moltiplicarono sino a formare una complessa civiltà che edificò grandi città e sviluppò una scienza complessa, ma utilizzata a fini bellici in una guerra di sopraffazione. Con i loro velivoli, chiamati "Patuwvotas", gli uomini superavano grandi distanze e aggredivano i nemici. L' umanità aveva di nuovo abbandonato la via della pace. Allora il Grande Spirito volle punire gli uomini e diede ordine alla Donna Ragno di metter in salvo i più meritevoli su imbarcazioni impermeabili (un' analogia con l' arca di Noè). Sulla terra si riversarono gigantechi marosi e le città ed i continenti sprofondarono nel mare. Fu così che la terza umanità fu annientata da un diluvio".
Gli Hopi, come tutte le culture mondiali, serbano memoria di uno spaventoso diluvio che cancellò una civiltà che in questo caso viene descritta come tecnologicamente avanzata. I Patuwvotas descritti dagli Hopi sono le stesse macchine che hanno originato il culto di cui i modellini aurei dei Calima sono la testimonianza?
Le descrizioni tecnologiche dei patuwvotas possono inoltre ricollegarsi ai "Vimana" della letteratura vedica, apparecchi volanti che nei testi sanscriti vengono descritti con termini scientifici inequivocabilmente moderni.
Titolo: Ooparts: il significato degli oggeti trovati fuori luogo (dove non dovrebbero stare) Lun 23 Nov 2009, 01:24
OOPARTS - OGGETTI FUORI TEMPO
Il termine OOPARTS sta a significare praticamente "reperti al di fuori di ogni logica convenzionale collocazione, tale da mettere in crisi la visione delle cose che la scienza ritiene di aver ormai acquisito".
L' argomento in questione comprende diversi oggetti "impossibili", che sono stati trovati dove non avrebbero dovuto essere.
Il più famoso, forse, è il geode ritrovato nei pressi di olancha, in California, nelle montagne di Coso, il 13 febbraio 1961, da una spedizione geologica guidata da Mike Mikesell, Wallace A. Lane e Virginia Maxey.
Questo geode, stranamente senza cavità interne, caratteristica che distingue queste pietre, presenta invece al suo interno una sezione perfettamente circolare di un materiale durissimo. Il geode sarebbe stato datato ad almeno 500.000 anni fa.
Il "geode di Coso" tagliato in due e visto esternamente
Il geode sezionato e visto internamente
Ulteriori osservazioni sulle fotografie e sulle radiografie del reperto rivelarono che l 'oggetto sezionato presentava una parte metallica esagonale, un isolante di materiale che poteva essere ceramica o porcellana con un filo metallico centrale: i principali componenti di "una candela d' accensione" di un moderno motore a scoppio.
La radiografia del geode di Coso in visione frontale e laterale
Gli ominidi viaggiavano in motocicletta?
Un altro reperto "impossibile" è quello citato da Charles Fort e ritrovato in seguito al brillamento di un massiccio conglomerato di roccia a Dorchester, Massachusetts, nel 1851. Tra i frammenti di roccia generati dall' esplosione, venne individuato un sottile reperto concavo di metallo, accanto al quale ve ne era una ltro del tutto simile. Si scoprì che i pezzi combaciavano perfettamente tra loro a formare un recipiente a campana alto 11,4 centimetri, largo 6,3 centimetri alla sommità e 16,5 centimetri alla base, l' oggetto era spesso 3 millimetri e composto principalmente d' argento.
Il vaso di Dorchester
Presso la sommità, dove apparentemente la maniglia si era spezzata, l' oggetto presentava un orifizio di circa 4 centimetri di diametro. Presentava raffinate decorazioni eseguite con un tipo di saldatura. La roccia nella quale fu rinvenuto era un granito formatosi almeno un miliardo di anni fa.
Un altro reperto, di cui però si hanno pochissime notizie, è il "martello di London", rinvenuto in Texas.
Il martello di London
Questo oggetto fu rinvenuto in un blocco di arenaria datato 140 milioni di anni.
Un reperto, o meglio, "l 'ombra" di un reperto è però quello che più lascia stupefatto chi ne viene a conoscenza; si tratta di un' impronta fossile di calzatura dotata di tacco rinvenuta presso Antelope Springs, nello Utah.
Apparentemente, si nota una suola di scarpa, munita di tacco, con impressa la forma di un trilobite, piccolo crostaceo vissuto fra i 300 ed i 600 milioni di anni fa.
L' impronta di calzatura rinvenuta nello Utah. Si può notare il trilobite, di forma circolare, impresso nel tacco.
La suola è lunga 36 centimetri e larga 8, con la sporgenza del tacco ben visibile. Chi calzava scarpe prima ancora che nascessero i dinosauri?
Ed ancora:
la lente ottica molata rinvenuta in una tomba ad Helwan, in Egitto, e custodita al British Museum.
Altri reperti "impossibili":
Nel 1851, nel Massachusetts, un collezionista di minerali ruppe accidentalmente un blocco di quarzo della grandezza di un pugno. Il blocco rivelò al suo interno un chiodo di ferro lungo sette centimetri, leggermente corroso ma perfettamente diritto e con la testa perfettamente distinguibile.
A Bearcreek, nel Montana, nel 1926 venne trovato in una miniera di carbone un blocco del minerale nel quale era incastrato un dente umano, per la precisione un secondo molare inferiore, interamente fossilizzato, identico al dente di un uomo della nostra epoca. Secondo le stime dei geologi, il carbone della miniera si era formato intorno ai dieci milioni di anni fa.
Il dente ritrovato nel blocco di carbone
Un FRAMMENTO DI ACCIAIO identico alla punta di un trapano è stato trovato in Scozia, nel 1852, racchiuso in un blocco di carbon fossile. Il carbone della miniera risale ad almeno undici milioni di anni fa.
la FIBBIA DA CINTURA rinvenuta in Cina nei pressi della tomba del generale Chou Chu, della dinastia Chin, vissuto dal 265 al 316 d.C. Dall' analisi compiuta dall' istituto di fisica applicata dell' Accademia delle Scienze cinese e dal politecnico di Dunbai, si è appurato che il metallo della fibbia è una lega formata dal 5% di manganese, dal 10% di rame e dall' 85% di alluminio.
La scienza ufficiale però ci dice che l' alluminio sarebbe stato scoperto solo nel 1803 e si è riusciti a produrlo in forma sufficientemente pura solo nel 1854. Attualmente, il processo di estrazione dell' alluminio dalla bauxite è molto complesso ed implica l' uso di un forno di tipo "Reverbier", di una camera di rifrazione e di un generatore di corrente, oltre all' elettrolisi ed a temperature superiori ai 950°C.
Una RADIO A GALENA rinvenuta su uno scheletro umano e risalente a circa 2500 anni fa, scoperta in una caverna nella zona di Yianghe, nella provincia sud-orientale di Yiangxi in Cina, ad opera di una équipe di archeologi guidata dal prof. Han della Nanking University. Il reperto è costituito da due auricolari collegati ad una scatola contenente delle lamine d' argento (forse funzionanti da trasduttori di frequenze) e un cristallo di colore viola (avente forse funzione di antenna . Indossando gli auricolari, si udrebbe un suono che si ritiene essere un canto funebre inneggiante all 'oltretomba.
Nel 1869, presso il Miner's Saloon di Treasure City, nel Nevada, venne esposto un frammento di feldspato proveniente dalla locale miniera di Abbey. Nella roccia era incassato qualcosa che rassomigliava ad una comune vite lunga 5 centimetri, così perfettamente delineata nel solco elicoidale del filetto, che i molti che ebbero modo di osservarla asserirono che si trattava senza dubbio di una vera e propria vite di ferro, rimasta misteriosamente intrappolata nella pietra.
Una curiosa scoperta fu effettuata dalla signora S.W. Culp di Morrisonville, nell' Illinois, nel 1891. La donna stava rompendo un grosso pezzo di carbone, prima di infilarlo nella stufa. Nel romperlo, rimase sorpresa poichè al suo interno scoprì una catenina d' oro della lunghezza di 25 cm., e quando cercò di prenderla tra le mani si accorse che era saldamente attaccata al pezzo di carbone, e dovette usare una certa forza per staccarla dal blocco. Al chè si accorse che era rimasta un' impronta nitida della catenella impressa nel carbone. Sottoposta ad un esame, la catenella risultò del peso di 12 grammi e costituita di oro a 8 carati.
Come si possono classificare tutti questi oggetti, testimonianze vere di un passato ancora da scoprire o banali frodi? Potrebbero essere frutto di scherzi di alcuni burloni, anche se alcuni ritrovamenti sarebbero stati "impossibili" da architettare, come gli oggetti ritrovati all' interno di blocchi di pietra di milioni di anni fa. Proviamo allora a pensare se anche solo uno di questi oggetti non fosse opera di qualche buontempone: sconvolgerebbe tutto quello che finora sappiamo della storia dell' evoluzione umana. Quindi, sarà opportuno non continuare ad ignorare tutto ciò che è stato e verrà trovato.