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| IL CULTO DELLA GRANDE MADRE | |
| | Autore | Messaggio |
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andromeda77 junior
| Titolo: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:03 | |
| Madonna NeraUna Madonna Nera è una rappresentazione (statua o quadro) della Vergine Maria, eventualmente accompagnata dal Bambino Gesù, il cui volto ha un colorito scuro, se non proprio nero. Le “madonne nere” sono molto diffuse. Ci sono diverse centinaia di madonne nere in luoghi pubblici di culto in Italia, Francia, Spagna e in molte altre nazioni. Molte di queste madonne sono estremamente famose, come la Madonna di Loreto (presso Ancona), la Madonna di Oropa sopra Biella, quella di Częstochowa in Polonia o la Virgen de Candelaria di Tenerife, patrona delle Canarie. Molti santuari di madonne nere, però, sono repliche di culti più antichi e famosi. Nel Meridione, ad esempio, sono molto diffuse le icone di Santa Maria di Costantinopoli [1]; in tutto il mondo, poi, vi sono santuari della Madonna di Loreto, ecc. Il numero dei culti originari è quindi più ridotto. Interpretazioni e origini In alcuni casi l'origine del colore scuro è semplice:
- Il colore del volto è stato alterato dal fumo (delle candele o di un incendio) o dall'alterazione dei pigmenti a base di piombo della pittura (è questo, ad esempio, il caso della Madonna di Montserrat in Spagna);
- Le caratteristiche fisiognomiche del volto aiutano a comprendere che il colore è motivato da un adattamento alle caratteristiche di una popolazione non europea (è il caso di molte madonne africane e di Nostra Signora di Guadalupe in Messico).
- La carnagione ocra, più o meno scura, delle icone bizantine (molto diffuse nell'Italia meridionale e nell'Europa orientale) nasce da una precisa scelta stilistica e teologica di non rappresentare personaggi sacri (non solo la Madonna, ma i Santi e Cristo stesso) come corpi nello spazio naturale, ma solo come evocazioni spirituali (cfr. iconografia cristiana (origini)).
Negli altri casi il valore simbolico dei loro volti neri resta sconosciuto per i più e misterioso anche per gli esperti, lasciando spazio a diverse ipotesi. Solo in rari casi l'indagine scientifica sul simulacro fornisce indicazioni utili: nel corso dei secoli, infatti, molte immagini sono state ridipinte più volte, alterate radicalmente nel corso di restauri o addirittura totalmente rimpiazzate o per il loro deperimento o per la perdita totale a causa di incendi, alluvioni o furti. Il culto, in genere, sembra essere molto più antico della documentazione a noi pervenuta, costringendo lo storico a cercare di fornire una valutazione critica del possibile contenuto di verità presente in resoconti leggendari.
Ultima modifica di andromeda77 il Dom 10 Gen 2010, 21:08 - modificato 1 volta. | |
| | | andromeda77 junior
| Titolo: LA MADONNA NERA. ENIGMA ? Dom 10 Gen 2010, 21:05 | |
| LA MADONNA NERA. ENIGMA ? "Nostra Signora di Oropa", una delle più celebri "Madonne nere" venerate in Italia.
Oltre alla "Madonna bianca", quella del latte, abbiamo quella "Nera". La storia dell'arte è madida di testimonianze artistiche, a volte anche di elevato valore contenutistico e stilistico, che a livello iconografico presentano una Madonna "bruna", una Vergine "nera". Le domande al riguardo si accrescono, centuplicandosi in maniera esponenziale. Su questo enigma, delle cosidette "Madonne nere" molto si è scritto all'Estero, minormente in Italia. Caratteristica peculiare delle Madonne di pelle scura non é certamente il dato notorietà-importanza del culto legato alla Madonna scura, anzi non abbiamo Madonne nere "minori" di altre più note. Il culto alla "Madonna Nera" di Czestochowa è un tipico esempio, richiamatoci anche da Papa Giovanni Paolo PP II.
Ed in Italia ne esistono? E se si, i luoghi dedicati alla Vergine Scura sono distribuiti equamente sulla superficie del nostro territorio?
La risposta è affermativa per entrambi i quesiti in quanto ne esistono molte, più di quanto si potrebbe pensare, e distribuite lungo tutta la Penisola e nelle Isole, equamente fra Nord, Centro e Sud. Le maggiori "Madonne Nere" sono:
Maria Mater Gratiae Santissima Vergine di Oropa a Biella,
il Sacro Monte di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea,
Nostra Signora di Loreto a Graglia (Biella),
la Madonna Nera di Groscavallo "Santuario di Forno" Alpi Graie (Torino),
la Madonna Nera di Rivoli (Torino),
la Madonna Nera di Sampeyre (Cuneo),
la Madonna Nera di Trana (Torino),
Nostra Signora di Celle a Trofarello (Torino),
la Madonna del Sasso Malesco a Finero (Verbano);
in Lombardia: la Madonna del Sacro Monte a Varese,
la Madonna Nera di Rogaro a Tremezzo (Como),
la Madonna di Loreto a Chiavenna (Sondrio);
la Madonna Nera di Tresivio (Sondrio);
in Veneto: la Beata Vergine Nicopeja - Venezia,
la Madonna Nera di Pralongo (Treviso);
in Friuli Venezia Giulia: la Beata Vergine di Castelmonte a Cividale (Udine);
in Emilia Romagna: la Beata Vergine di San Luca a Bologna (simbolo della città e dell'affetto mariano dei bolognesi),
la Madonna Nera di Carboniano a Gemmano (Rimini);
in Liguria: Nostra Signora delle Grazie a Sori (Genova);
in Toscana: Santa Maria Cortelandini detta "Santa Maria Nera" a Lucca,
la Madonna del Monserrato a Porto Azzurro–Fosso di Riale (Isola d'Elba);
nelle Marche: la Madonna Nera di Loreto – Ancona,
Beata Vergine della Tempesta - Tolentino (Macerata);
in Abruzzo: la Madonna di Monte Tranquillo a Pescasseroli (L'Aquila);
in Lazio: Maria Santissima di Valverde a Tarquinia (Viterbo),
la Madonna Nera della Civita di Itri (Latina),
Maria Santissima di Canneto "Santuario di Canneto" in località Settefrati (Frosinone),
la Madonna Nera della Chiesa Santa Lucia Vergine Maria a Fontechiari (Frosinone);
in Campania: Maria Santissima del Carmine a Napoli,
Maria Santissima la Bruna a Puccianiello (Caserta),
Santa Maria Assunta a Positano (Salerno);
in Puglia: Maria Santissima del Soccorso "Santuario del Soccorso" San Severo (Foggia),
Maria Santissima Incoronata "Santuario dell'Incoronata" (Foggia),
la Madonna Nera di Rovereto a Terlizzi (Bari),
Maria Santissima di Carpignano Salentino (Lecce);
in Basilicata: la Madonna del Sacro Monte a Viggiano (Potenza);
in Calabria: la Madonna Nera dei Carbonari a Longobucco (Cosenza),
la Madonna della Lettera a Palmi (Reggio Calabria),
Maria Santissima di Patmos a Rosarno (Reggio Calabria),
la Madonna Nera di Capocolonna di Crotone,
la Madonna Nera di Seminara a Reggio Calabria;
in Sicilia: la Madonna Nera di Tindari a Messina;
in Sardegna: Madonna Nera di Cagliari.
Le più visitate -fra quelle menzionate- sono: Loreto, Oropa, Crea, Foggia, Tindari, Viggiano.
http://www.artcurel.it/ARTCUREL/MARIAMADREDIDIO/laMadonnaNeraEnigmaAlessioVarisco.htm
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| | | andromeda77 junior
| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:05 | |
| Premessa: cristianesimo e sua opzione preferenziale
La storia della Chiesa è ricca di singolarità e peculiarità caratteristiche che ne hanno tracciato i segni dalla notte dei tempi. Su tutti è da leggersi l'insegnamento paolino nella storia della diffusione del cristianesimo. L'Apostolo delle Genti si è fatto promotore, artefice e diffusore di quel comandamento cristico «andate e portate la Buona Novella ». Così l'Evangelo ha raggiunto le varie regioni allora conosciute, ha incontrato problematiche oggettive di scontro con gruppi oltranzisti pagani (vedasi romani e loro persecuzioni ai danni dei christifideles) e di confronto con altre culture o religioni.
Certamente il cristianesimo non nasce come eresia ebraica, ma ha in sé contenuti profondi e soggiacenti principi di un'altissima centralità del rispetto della persona, della tolleranza e dell'amore caritatevole verso tutte le categorie. Ciò che appassiona chi poco conosce dell'autentico messaggio predicato da Cristo è sicuramente la sua "opzione preferenziale" verso le categorie degli esclusi: donne, bambini, vecchi e malati. Tutti questi gruppi nella civiltà semitica del tempo in cui nacque Gesù erano fortemente "schiacciati" da un imperante maschilismo funzionalistico che fondava tutto sull'efficentismo. Si pensi che Gesù stesso verrà ripreso –ed i Vangeli ne danno conferma- dai suoi coevi, ma non solo farisei, persino dagli stessi discepoli (l'esempio della Samaritana, Marta e Maria, tanti altri). La "femminilità" era divenuta sinonimo di "impurità" (vi erano categorie addirittura doppiamente impure, si pensi alla già menzionata samaritana che incontra Gesù al pozzo).
Il culto della Madre
Quando in Europa iniziò la cristianizzazione ed i primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti immersi nella venerazione di una figura femminile nell'atto di dare alla luce un bambino subito svelarono agli indigeni che, senza saperlo, stavano adorando un'immagine della Madonna e che loro erano già cristiani. Su quel sito sacro venne costruita una chiesa cristiana, e l'idolo pagano, trasferito al suo interno, si modificava automaticamente in una raffigurazione di religione cristiana. Per questo motivo alcune effigi mariane sarebbero precristiane e per darne una giustificazione i teologi coniarono il termine "Prefigurazione della Vergine". Con questa definizione si intende dunque la presenza di figurazioni mariane che, a volte, precedevano la stessa nascita di Maria o che ad essa non erano legate nell'atto di forgiarle dell'artista.
Sul nostro continente sono innumerevoli i siti in cui si praticava il culto della Grande Madre. La Dea viene rappresentata legata alla Terra e perciò i luoghi di culto si trovano quasi tutti in superficie ma, gran parte di esse, erano posti originariamente nel sottosuolo, dove la presenza delle correnti terrestri si fa maggiormente sentire. Qualche studioso azzarda anche ipotesi per le quali proprio dalla Grande Madre, la Dea Terra , deriverebbero probabilmente le celebri "Vergini Nere", le Madonne dal volto scuro venerate in tanti santuari presenti anche in Italia.
Viene definita anche l'operazione con la quale la Grande Madre pagana avrebbe preso il volto di Maria, colorato però in nero, come quello delle sue prime raffigurazioni. Maria si sarebbe dunque rivestita della Dea Terra, questa operazione è meglio nota come "sincretismo", la medesima per cui agli dèi del voodoo di Haiti sono stati associate le immagine dei Santi cattolici introdotte dai missionari. Le immagini delle Vergini Nere contraddistinguerebbero dunque i luoghi particolarmente legati alla Grande Madre, gli stessi su cui, da sempre, gli uomini costruiscono i loro edifici sacri.
Ecco dunque spiegato il motivo per il quale nelle chiese di tutta Europa troviamo Vergini nere disseminate un po' ovunque in maniera casuale. Nel nostro paese ne troviamo a Cagliari, a Crea nel Monferrato, a Crotone, a Loreto, a Lucca, a Oropa, a Pescasseroli, a Rivoli, a Roma, a San Severo, a Tindari, a Venezia. Oltralpe nella vicina Francia sono addirittura novantasei le presenze di Madri "scure". Le più famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamate Notre-Dame-sous-Terre e Notre-Dame-du-Pilier.
Correlato a questo già insolito mistero, ad aggiungere preoccupazione e problemi a questo irrisolto "x-file", si aggiungerebbero alcuni sintomi che individui particolarmente sensibili, accostandosi alle cappelle in cui sono poste, sentirebbero uno strano senso di mancamento, di calore e spossatezza. Taluni studiosi di religioni antiche affermano che sono le correnti terrestri che, in questi luoghi, arrivano al massimo della loro potenza, e che percorrendo la colonna vertebrale dell'ospite, non di rado provochino in questi un improvviso "illuminamento mistico".
Per di più, all'interno del culto della Madonna rivivrebbe -in modo concreto- il culto idolatra di Iside, che fu per due secoli la "Santa Madre" del mondo antico. Iside
«che tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge e redentrice»
era la donna venerata (culto ripetuto anche in altre mitologie).
A livello visivo è rappresentata come una giovane donna inghirlandata dal loto azzurro della luna crescente che tiene fra le braccia il suo bimbo, il figlioletto Horus. Non poche statue di Iside furono trasformate più tardi in immagini della Madonna.
In ambiente europeo anche nell'ambito celtico, i Druidi –considerati sacerdoti pagani- onoravano la statua in legno di una donna, rappresentante la fecondità.
La Dea viene spesso indicata come la "divinita' dai mille nomi". È oraIside con Horus, Cerere, Epona, Amaterasu, Ishtar, Artemide, Diana, Demetra e questi sono solo alcuni dei molti nomi con i quali Dea Myrionyme (la dea dai mille nome appunto) e' conosciuta.
La stessa parola Myrionyme richiama alla mente Myrion, il nome di "Maria", la Vergine cristiana dando origine così a strani e non del tutto irrazionali accostamenti.
Petra von Cronenburg, una studiosa tedesca ricercatrice di esoterismo, ha pubblicato un recente studio tradotto dall'Editore Arkeios "Madonna nere – Il mistero di un culto", in cui viene presentato al pubblico un ricco esame del fenomeno. Eccetto la "caduta" dell'autrice che inciampa di continuo nel banale ricordo del mito della 'Grande Madre' e nei riti pagani della 'Madre Terra' spiega –invece con abilità- un'iconografia che -seppure fra analogie con culture ancestrali-, sembrerebbe ben lontano dal riferire le sue vere sorgenti.
Ma di che ci scandalizziamo? Del resto, la Liturgia non applica da sempre alla Vergine Maria l'autocompiacimento della fidanzata del "Cantico dei Cantici": "Nigra sum sed formosa – Sono bruna, ma bella" [Ct 1, 5]?
http://www.artcurel.it/ARTCUREL/MARIAMADREDIDIO/laMadonnaNeraEnigmaAlessioVarisco.htm | |
| | | andromeda77 junior
| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:15 | |
| Le Madonne NereIl culto della Grande MadreIn Italia, come in altri paesi del continente europeo, non è raro imbattersi nell'effige di una Madonna Nera, ossia rappresentata col volto bruno. In realtà, le Madonne Nere sono tra le immagini più sacre della Chiesa Cattolica e si trovano nei più riveriti Santuari e Cattedrali d'Europa. Tutta via la maggior parte delle volte questa immagine rappresenta un significato ben più profondo e precedente al culto mariano ed alla stessa religione cristiana. È innegabile, infatti, che il Cristianesimo nascente abbia dovuto, per potersi imporre, soppiantare i culti esistenti, in particolare sostituire i culti primigeni della Grande Madre con quello della Vergine Maria. Il Culto della Grande Madre risale al Neolitico, se non addirittura al Paleolitico, se leggiamo in questo senso le numerose figurine di donne dai seni prosperosi ed il ventre gonfio (simboli legati alle fertilità) ritrovati un po' ovunque in Europa. Con il passare del tempo la Magna Mater è stata rappresentata in moltissime forme diverse, addirittura moltiplicandosi in diverse divinità femminili all'interno della stessa religione, per metterne in risalto i diversi aspetti, ora legati alla fecondità della terra, ora alla fertilità ed alla sessualità, ora all'alternarsi delle stagioni. Non a caso, la maggior parte dei culti dediti alla Grande Madre erano culti ctoni, cioè venivano svolti in templi sotterranei, o caverne, laddove le correnti telluriche, ovvero la manifestazione delle energie della terra, si fanno più forti. http://www.angolohermes.com/Simboli/Madonne_Nere/Madonne_Nere.html | |
| | | andromeda77 junior
| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:18 | |
| Il culto cristiano della Madonna Nera Per quanto riguarda la diffusione del culto in ambito cristiano, è bene innanzi tutto fare una doverosa premessa. Le varie effigi della Madonna Nera oggi conosciute possono avere origini diverse: 1) sono statue della Madonna originariamente di "carnagione chiara", che poi sono annerite nel tempo a causa dell’ossidazione dei pigmenti che ne coloravano il volto, e della lunga esposizione al fumo delle candele votive. Queste ipotesi, tuttavia, sono state spesso utilizzate come spiegazioni di comodo per le origini di molte effigi di questo tipo, nel tentativo, forse, da parte delle rappresentanze cattoliche più intransigenti, di celare le origini pagane e, per certi versi, più "scomode" del mito. Ciò soprattutto quando, alla luce dell’osservazione comune, non si riesce a spiegare come i suddetti processi naturali di annerimento abbiano potuto essere così "selettivi" da privilegiare il volto e le mani e non, per esempio, gli abiti o gli altri elementi. 2) Si tratta di fusioni "sincretiche" con i culti locali, specialmente in territorio africano o dell’America Latina, quando il Cristianesimo ha influenzato e poi soppiantato le diverse religioni locali, che rappresentavano le divinità a loro immagine e somiglianza, ovvero con la pelle di colore scuro. Ove non si possano fare queste ipotesi semplificative, è lecito indagare più a fondo nell’origine di tale mito. Il culto delle Vergini Nere si diffuse soprattutto durante il Medioevo, ad opera di grandi personaggi e riformatori religiosi. È illustre l’esempio di San Bernardo di Chiaravalle, attivissimo oratore e promulgatore instancabile, che tenne a battesimo i due più grandi ordini medievali: quello monastico dei Frati Cistercensi, di cui fu il massimo esponente e per i quali redasse la Regola, e quello dei Cavalieri Templari, che raccomandò al Papa e per i quali adattò la stessa regola modificandola per le esigenze dovute alla loro duplice natura di monaci e guerrieri. Secondo la leggenda da lui stesso narrata in un suo scritto, Bernardo rivela di aver ricevuto l’illuminazione un giorno in cui si trovava a pregare nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine, in contemplazione di una statua di una Madonna Nera. Si dice che dopo che egli avesse pronunciato le parole "Monstra te Matrem" (Mostrati, o Madre), Maria si premette il seno, e tre gocce del suo latte caddero direttamente dalla sua bocca; si noti il senso simbolico di tutto ciò. Molte Madonne Nere, scolpite o dipinte, vengono tradizionalmente attribuite all’apostolo Luca. L’origine di questo accostamento sembra anch’esso avere connotazioni fortemente simboliche: se la Madonna Nera, infatti, pesca nel retaggio dei culti della Grande Madre, e quindi in quelli collegati della fertilità e delle energie della terra, l’evangelista Luca è, tra i quattro, quello il cui emblema simbolico è rappresentato da un Toro, animale simbolico tradizionalmente associato alle stesse energie.
Simbolismo Il colore nero, in questo contesto, è altamente simbolico. È la Prima Materia, l’ingrediente base che permette all’Alchimista la realizzazione della Grande Opera, la realizzazione della Pietra Filosofale, nella prima e cruciale fase detta, appunto, "nigredo". Non a caso, rivela l’adepto Fulcanelli nel suo "Mistero delle Cattedrali", le parole "materia" e "madre" hanno la stessa radice, "mater", che sancisce il connubio tra la Grande Madre, la Madre di Dio e la Prima Materia dell’Opera. È, altresì, la "morte spirituale" dei filosofi e dei grandi mistici, la "morte in sé" che precede la rinascita, il ritorno alla luce, l’unione spirituale con il principio divino, tutti concetti che in un modo o nell’altro, sotto forma di allegorie o di dottrine segrete, hanno da sempre caratterizzato il sapere dell’uomo. Ritroviamo queste tematiche, opportunamente celate e velate da immagini simboliche, nelle leggende locali che solitamente accompagnano il culto di una Madonna Nera e che ne tramandano il ritrovamento miracoloso. Protagonisti della scoperta, che avviene sempre in circostanze eccezionali, sono umili personaggi, pastori o contadini. Il ritrovamento è spesso legato ad un elemento di forte valenza tellurica, come una grotta o una sorgente d’acqua. Non a caso, infatti, nelle immediate vicinanze del luogo di ritrovamento si trovano sorgenti dalle proprietà miracolose o "pietre della fertilità". Soffermiamoci per un attimo su questo ultimo, importante, elemento. In varie parti del mondo, spesso assai lontane e di culture molto differenti, si ritrova la medesima tradizione di associare alle grandi pietre, blocchi monolitici infissi nel terreno, la capacità di propiziare la fertilità a quelle donne che si recano a strofinarvisi sopra. Talvolta, le pietre hanno anche proprietà taumaturgiche, come quelle di lenire reumatismi e dolori in genere. Non deve meravigliare: le pietre sono da sempre considerate le "ossa della Madre Terra" (come l’acqua ne è il sangue), e non sono altro che "spinotti" naturali che attingono alle correnti telluriche sotterranee e le accumulano come condensatori, irradiandone all’esterno i loro benefici influssi. Tutto ciò era ben risaputo dagli architetti medievali, che furono tra i più grandi costruttori di cattedrali, templi di pietra destinati alla concentrazione di queste energie ed al loro benefico dispensamento alla comunità dei fedeli raccolti al suo interno. Queste caratteristiche accomunano la Madonna Nera ad un altro noto simbolo, quello della Triplice Cinta, che ha valenza simile e che spesso, soprattutto nel Medioevo, è stato utilizzato dagli stessi costruttori e posto all’interno di edifici religiosi per contrassegnare luoghi di particolare sacralità tellurica. Non sembra per caso, infatti, che spesso il simbolo compare nelle vicinanze di un luogo ove si veneri, o sia stata venerata, una Madonna Nera.
Geografia delle Madonne Nere: l'Italia Geografia delle Madonne Nere: la Francia Geografia delle Madonne Nere: l'estero | |
| | | andromeda77 junior
| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:27 | |
| Madonna di Czestochowa
Sui dolci pendii di Jasna Gòra, la “montagna luminosa”, che circonda la città di Czestochowa, il santuario è adagiato su una collina di bianche rocce, nella parte occidentale della città. I polacchi sono abituati a legare a questo Santuario le numerose vicende della loro vita: i momenti lieti come quelli tristi, le decisioni solenni, come la scelta del proprio indirizzo di vita, la vocazione religiosa oppure il matrimonio, la nascita dei figli, gli esami di maturità... Essi si sono abituati a venire con i loro problemi a Jasna Gòra per confidarli alla Madre Celeste, davanti alla sua Immagine Miracolosa. Questa Immagine si può dire che è il cuore del santuario di Jasna Gòra ed è anche quella forza, misteriosa e profonda, che attira ogni anno folle sterminate di pellegrini, dalla Polonia e da ogni altro luogo del mondo. Il dipinto della Madonna ha una storia complessa. La tradizione dice infatti che sia stato realizzato da San Luca su di un legno che formava il tavolo adoperato per la preghiera e per il cibo dalla Sacra Famiglia. L’evangelista avrebbe composto a Gerusalemme due quadri allo scopo di tramandare l’incomparabile bellezza di Maria. Uno di essi, arrivato in Italia, è tuttora oggetto di culto a Bologna; l’altro, fu dapprima portato a Costantinopoli e deposto in un tempio dall’imperatore Costantino. Successivamente fu donato al principe russo Leone, che prestava servizio nell'esercito romano, il quale trasferì l’inestimabile reliquia in Russia dove, per numerosi miracoli, fu intensamente venerata. Nel corso della guerra intrapresa da Casimiro il Grande, il quadro fu nascosto nel castello di Beltz e finalmente affidato ai principe di Opole. Questi, alla vigilia di una dura battaglia contro le truppe tartare e lituane che assediavano Beltz, aveva invocato la sacra immagine e, dopo la sospirata vittoria, indicò Maria come Madre e Regina. Si racconta anche che, durante l’assedio, un tartaro ferisse con una freccia il bellissimo volto della Vergine dalla parte destra e che, dopo la sacrilega profanazione, una fittissima nebbia, sorta d'improvviso, mettesse in difficoltà gli assedianti. Il principe, allora, approfittando del momento favorevole, si gettò con le truppe contro il nemico e lo sconfisse. Altri documenti assicurano che, terminata l’amministrazione del principe Ladislao nella Russia, il quadro fu caricato su di un carro con l’intenzione di portarlo nella Slesia ma, tra lo stupore di tutti, i cavalli, pur ripetutamente sferzati, non si muovevano. Il principe ordinò allora di attaccarne di nuovi, senza però ottenere alcun risultato. Sconvolto, si inginocchiò a terra e promise di trasferire la venerata effigie sul colle di Czestochowa, nella piccola chiesa di legno. In seguito egli avrebbe innalzato una basilica nel medesimo luogo ad onore di Dio onnipotente, della Vergine Maria e di tutti i Santi e, contemporaneamente realizzato un convento per i frati eremiti dell’Ordine di San Paolo. Ma le vicissitudini della Madonna Nera non erano ancora finite. Nel 1430 alcuni seguaci dell’eretico Giovanni Hus, provenienti dai confini della Boemia e Moravia, sotto la guida dell’ucraino Federico Ostrogki, attaccarono e predarono il convento. Il quadro fu strappato dall’altare e portato fuori dinanzi alla cappella, tagliato con la sciabola in più parti e la sacra icona trapassata da una spada. Gravemente danneggiato, fu perciò trasferito nella sede municipale di Cracovia e affidato alla custodia del Consiglio della città; dopo un accurato esame, il dipinto venne sottoposto ad un intervento del tutto eccezionale per quei tempi, in cui l’arte del restauro era ancora agli inizi. Ecco allora come si spiega che ancora oggi siano visibili nel quadro della Madonna Nera gli sfregi arrecati al volto della Santa Vergine. Secondo i critici d’arte il Quadro di Jasna Gòra sarebbe stato in origine un’icona bizantina, del genere “Odigitria” (“Colei che indica e guida lungo la strada”), databile tra il VI e il IX secolo. Dipinta su una tavola di legno, raffigura il busto della Vergine con Gesù in braccio. Il volto di Maria domina tutto il quadro, con l’effetto che chi lo guarda si trova immerso nello sguardo di Maria: egli guarda Maria che, a sua volta, lo guarda. Anche il volto del Bambino è rivolto al pellegrino, ma non il suo sguardo, che risulta in qualche modo fisso altrove. I due volti hanno un’espressione seria, pensierosa, che dà anche il tono emotivo a tutto il quadro. La guancia destra della Madonna è segnata da due sfregi paralleli e da un terzo che li attraversa; il collo presenta altre sei scalfitture, due delle quali visibili, quattro appena percettibili. Gesù, vestito di una tunica scarlatta, riposa sul braccio sinistro della Madre. La mano sinistra tiene il libro, la destra è sollevata in gesto di sovranità e benedizione. La mano destra della Madonna sembra indicare il Bambino. Sulla fronte di Maria è raffigurata una stella a sei punte. Attorno ai volti della Madonna e di Gesù risaltano le aureole, la cui luminosità contrasta con l’incarnato dei loro visi. Dopo la profanazione e il restauro, la fama del santuario crebbe enormemente e aumentarono i pellegrinaggi, a tal punto che la chiesa originaria si rivelò insufficiente a contenere il numero dei fedeli. Per questo motivo, già nella seconda metà del secolo XV, accanto alla Cappella della Madonna, fu dato avvio alla costruzione di una chiesa gotica a tre ampie navate. Nel 1717 il quadro miracoloso della Madonna di Jasna Góra fu incoronato col diadema papale e, a cominciare dal secolo scorso, numerose chiese a lei dedicate furono erette in tutto il mondo: attualmente se ne contano circa 350, di cui 300 soltanto nella Polonia. La fama sempre crescente dell’immagine miracolosa della Madre di Dio fece sì che l’antico monastero diventasse nel corso degli anni mèta costante di devoti pellegrinaggi. Il culto della Madonna Nera di Czestochowa si è esteso così fino al continente americano, in Australia, in Africa e anche in Asia. Una devozione che non ha confini, che ha toccato il cuore di molti, e che è stata particolarmente cara – come ogni polacco che si rispetti – al nostro venerato Santo Padre, Giovanni Paolo II, che di Maria è sempre stato il devoto più fedele. | |
| | | andromeda77 junior
| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:29 | |
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| | | andromeda77 junior
| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE Dom 10 Gen 2010, 21:38 | |
| Veste della Madonna di Czestochowa in Diamanti In Polonia nel Santuario di Czestochowa una delle Veste della Madonna di Czestochowa è fatta con i Diamanti, è stata realizzata nel XVII secolo ed era destinata alle più importanti feste della chiesa polacca. | |
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| Titolo: Re: IL CULTO DELLA GRANDE MADRE | |
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| | | | IL CULTO DELLA GRANDE MADRE | |
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