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| MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO | |
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Autore | Messaggio |
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nibiru2012 junior
| Titolo: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:13 | |
| Il calendario maya è il calendario che veniva utilizzato dai Maya e da altri popoli dell'America centrale ( Aztechi e Toltechi). Si tratta di un calendario molto elaborato, basato su più cicli di durata diversa: °il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni. °il ciclo Haab aveva una durata di 364 giorni, più il "giorno fuori dal tempo". °il Lungo computo indicava il numero di giorni dall'inizio dell'era maya.
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Il ciclo Tzolkin Gio 11 Mar 2010, 01:16 | |
| Il ciclo Tzolkin, lungo 260 giorni, era un calendario religioso basato su due cicli più brevi, uno di 13 giorni e un altro di 20. La combinazione di questi due cicli formava un ciclo di 260 giorni (13×20 = 260) , il ciclo Tzolkin appunto. Ogni giorno entrambi i cicli avanzavano di uno. Il primo ciclo seguendo una sequenza numerata da 1 a 13. Il secondo seguendo una sequenza di nomi: Ahau, Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Etznab, Caunac. La sequenza risultante era quindi: 1 Ahau, 2 Imix, 3 Ik, 4 Akbal, eccetera. Arrivati a 13 Eb si riprendeva a contare da 1, ma la successione dei nomi continuava: 1 Ben, 2 Ix, 3 Men, eccetera. Allo stesso modo, terminata la serie dei nomi con il 7 Caunac, si ripartiva da Ahau senza azzerare la numerazione: 8 Ahau, 9 Imix, 10 Ik, e così via. (Quindi i giorni con lo stesso nome non si succedevano con una numerazione progressiva, come accade nei calendari in cui i giorni sono raggruppati per mese, ma secondo la posizione che occupavano nel ciclo di 13 giorni, la sequenza quindi era: 1, 8, 2, 9, 3, 10, 4, 11, 5, 12, 6, 13, 7.) I giorni con lo stesso nome e lo stesso numero si ripresentavano quindi dopo un intero ciclo Tzolkin, cioè ogni 260 giorni (essendo 260 il minimo comune multiplo tra 13 e 20). | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Il ciclo Haab Gio 11 Mar 2010, 01:18 | |
| Il ciclo Haab, lungo 360 giorni, era un calendario civile legato al ciclo delle stagioni. Era composto da 18 "mesi" di 20 giorni, con i seguenti nomi: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku. A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si raggiungeva la durata di 365 giorni: questi 5 giorni erano considerati particolarmente sfortunati. I giorni del mese erano numerati da 0 a 19: i maya infatti conoscevano lo zero, probabilmente secoli prima che venisse indipendentemente scoperto in India. Le date del ciclo Haab e quelle del ciclo Tzolkin ritornavano a corrispondere tra loro ogni 52 cicli Haab, pari a 73 cicli Tzolkin, pari a 18980 giorni: 18980 è infatti il minimo comune multiplo tra 365 e 260. Il giorno iniziale di questo periodo era il 4 Ahau (Tzolkin) 8 Cumku (Haab). | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Il Lungo computo Gio 11 Mar 2010, 01:19 | |
| Non si usava numerare gli "anni" né del ciclo Tzolkin, né del ciclo Haab. Invece si utilizzava il Lungo computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste "cifre" si scrivono da sinistra a destra, come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente); nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.18 (corrispondente al 5 luglio 2006). Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 20×18×20×20×13 = 1872000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19), la quinta invece andava da 1 a 13. Il primo giorno era il 13.0.0.0.0 (4 Ahau nel ciclo Tzolkin). L'unità più piccola del Lungo computo era il giorno, detto K'in. I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi: 20 giorni (prima cifra): uinal 360 giorni (seconda cifra, 18×20 = 360): tun 7200 giorni (terza cifra, 20×360 = 7200): k'atun 144000 giorni (quarta cifra, 20×7200 = 144000): b'ak'tun la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1872000 giorni (13×144000 = 1872000). Secondo i maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il ciclo attualmente in corso, che secondo la mitologia maya è il quarto, è iniziato il 11 agosto 3114 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 21 dicembre 2012.[1] Il Lungo computo dei calendari mesoamericani è alla base di una credenza New Age, prevista per la prima volta da José Argüelles, che un cataclisma avverrà il giorno 21 dicembre 2012 o in vicinanza ad esso, una previsione considerata sbagliata dalla corrente principale degli studiosi degli antichi Maya, eppure è comunemente citata nei mezzi di comunicazione di cultura popolare come il problema del 2012. "Per gli antichi Maya, si doveva tenere un'enorme celebrazione alla fine di un intero ciclo" dice Sandra Noble, la executive director della Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, Inc. a Crystal River in Florida. "Rendere il 21 dicembre 2012 come un Giorno del giudizio o un momento di cambiamento cosmico" dice "è una completa invenzione e una possibilità per molte persone di fare profitto" | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:20 | |
| La civiltà Maya ha dato prova di stupefacenti calcoli astronomici, talmente perfetti che, secondo gli studiosi, il loro celeberrimo calendario risulta addirittura più preciso del nostro, senza contare la perfetta individuazione del movimento del pianeta Venere, dall’orbita eccentrica che non rende agevole il suo calcolo, specie considerando i mezzi alquanto scarni che gli archeologi tradizionalmente attribuiscono a questa antica civiltà.
Il Calendario Maya e’ in effetti una sorta di ruota composta da 3 ingranaggi. Il primo, detta “haab” è suddiviso in 13 mesi e 260 giorni ed è utilizzato come cerimoniale. Ogni giorno ha un significato particolare. La seconda ruota si chiama “tzolkin” e serve a determinare le eclissi e il ciclo di Venere, che dura 180 giorni. Combinando la ruota “haab” e quella “tzolkin”, si crea il calendario circolare di 52 anni. Fosterman ha scoperto che i Maya segnavano il tempo anche con il “Lungo Computo”, che permette di determinare quando avverrà la fine del mondo ed altre previsioni.
Il “Lungo Computo”, parte dalla nascita del regno Maya, 13.0.0.0.0. stabilito dagli studiosi nel giorno 13/8/3114 a.C.. Misura il tempo trascendendo la vita individuale e copre un periodo di circa 5125 anni, fino a quando avverrà la fine. L’unita' di misura del “Lungo Computo” è il “k’atun” che corrisponde a 20 anni e per ciascuno di essi vi è una profezia. I “k’atun” si ripetono ogni 260 anni. Così il “k’atun 13”, ad esempio, comprende sia l'invasione spagnola del Sudamerica (1576) ma anche l’invasione americana e francese del Nord America. Questo “k’atun” difatti recita: “E' il tempo del crollo totale, dove ogni cosa è perduta, i governi saranno insensibili agli stranieri”. Il “k’atun 5”, invece, recita: “E' un tempo di sventure, i sovrani e i sudditi si separeranno, i sovrani saranno perfino impiccati, abbondanza di serpenti, pochi uccelli” e si riferisce al 1855, quando vi fu la guerra civile americana ed “i sovrani trattati duramente” potrebbe riferirsi all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln. Nel “k’atun 8” vengono descritti eventi degli anni ‘60, con i disordini sociali relativi ma per i Maya è anche un periodo tremendo, tanto che, nella loro epoca, corrisponde all’abbandono di Chichen Itza. “Tempo di demolizioni e governanti che si combattono e si stabiliscono in altro posto”.
Il ”k’atun 4” inizia nel 1993 e termina nel 2012. In questo periodo, la suprema divinità tornerà sulla terra per annunciare una nuova era. E' il “k’atun 4” quando torna Kukulkan. Il “Lungo Computo” prevede 5 grandi ere cosmiche di 5125 anni ciascuna: 4 sono già trascorse e ogni era è stata contraddistinta, come inizio, da enormi catastrofi.
Inoltre, ogni 26000 anni il Sole si allinea con il centro della Via Lattea e, nello stesso arco di tempo, la Terra termina il suo giro su se stessa, compiendo quella che comunemente è chiamata “precessione degli equinozi”.
Ma cosa dobbiamo aspettarci allora alla fine della 5° era? L’ultima pagina del “Codice di Dresda” (uno dei 4 Codici Maya sopravvissuti alla devastazione spagnola) mostra l’acqua che distrugge il mondo, una terra nera e il predominio dell’oscurità sulla luce.
L’ultima era Maya terminerà il 21.12.2012, alle ore 11:11 am GMT (0.0.0.0.0 del Lungo Computo) quando il solstizio d’inverno coinciderà con l’intersecazione dell’Equatore Galattico, ossia l’Equatore della Via Lattea con l’Eclittica (percorso del Sole). Secondo i Maya la striscia scura al centro della Via Lattea rappresenta la porta del Regno del Male, il Regno del Serpente.
http://www.astralis.it/21_12_12.htm | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Calendario Maya Gio 11 Mar 2010, 01:22 | |
| Mentre noi calcoliamo il nostro calendario a partire dalla nascita di Cristo, che fissiamo attorno all'anno 0, i Maya usavano nel calendario del Lungo Computo un evento come la nascita di Venere, non la dea greca, ma il pianeta. La decifrazione di questo calendario deve molto al bibliotecario tedesco Ernst Förstemann; opera importante sulla quale si è a lungo studiato per ottenere dati sul Lungo Computo è il Codice di Dresda. Con ciò Förstemann riuscì ad individuare la tabella per il calcolo del moto di Venere in un ciclo di 584 giorni e tavole lunari per il calcolo delle eclissi. Su studi approfonditi di antiche teorie e sue relazioni, Förstemann capì che i Maya usavano un sistema a base venti, ovvero vigesimale, e che esprimevano le date sotto forma di un Lungo Computo, che aveva inizio da una data della Rotazione del calendario, il 4 Ahau 8 Cumhu. I maya calcolavano e sommavano i singoli giorni, per cui usavano un sistema vigesimale contando per unità chiamate Uinal, Tun, Katun, Baktun e così via. Spiegazione:20 kin (giorni) = 1 uinal ("mese" di 20 giorni)
18 uinal = 1 tun ("anno" di 360 giorni)
20 tun = 1 katun (7200 giorni)
20 katun = 1 baktun (144000 giorni)Su alcuni monumenti come la stele, le date sono iscritte sotto forma di una doppia colonna di geroglifici, che si leggono da sinistra a destra e dall'alto in basso. La serie inizia con un glifo introduttivo e termina con un altro simbolo: all'interno è contenuta la data con il metodo sopra citato, con lo tzolkin e con lo haab. Questo è il metodo del Lungo Computo, che per esattezza di definizione bisogna probabilmente attribuire al genio degli olmechi, una civiltà antecedente i maya dalla quale il Lungo Computo è stato ereditato.Un ultimo problema si pone nel come stabilire un legame tra le date maya e il nostro calendario. Grazie agli studi dell' americano Goodman e di Eric Thompson si potè stabilire una relazione tra i vari calendari; non solo, in questo modo si capì che la fine dell'ultimo ciclo grande e l'inizio di quello attuale corrispondevano al 13 agosto del 3114 a.C. Visto che un ciclo grande durava tredici baktun, ossia 1872000 giorni, la fine dell'era attuale cadrà il 22 dicembre del 2012. Una profezia che i Maya ci fecero 5000 anni fa e che ora ci pone pesanti interrogativi su una sua possibile realizzazione e sulle sue cause. | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Scrittura MAYA Gio 11 Mar 2010, 01:37 | |
| I Maya elaborarono un metodo di scrittura geroglifica e registrarono la storia, la mitologia e i riti in iscrizioni scolpite e dipinte su lastre di pietra o colonne, architravi, scalinate, o altri monumenti. Venivano inoltre scritti libri di carta ripiegata ottenuta dalle fibre di agave, contenenti informazioni di agricoltura, clima, medicina, caccia e astronomia. Nel 1549, sette anni dopo la parziale conquista degli Indios Maya dello Yucatan, padre Diego de Landa arriva a Mérida, capitale dei territori. Si sforza con tutti i mezzi di estirpare le costumanze e le credenze del popolo che lo circonda, per convertirlo al Cattolicesimo. A tale scopo egli giunge a servirsi di un procedimento che ritiene efficacissimo: un gigantesco auto-da-fè, in cui vengono bruciati tutti i libri indigeni. La storia, la cultura, la tradizione di un popolo vengono in tal modo distrutte. Questo gesto inconsulto, irreparabile, sarà nonostante tutto minimizzato dal suo autore, che del resto non ne coglie la gravità. Nel 1566 padre de Landa redige la Relacion de las Cosas de Yucatàn. Egli riproduce nella sua opera certi glifi calendari e segni ancora in uso nello Yucatàn al tempo del suo ministero. Li ha visti disegnati nei libri "blasfemi" che ha fatto bruciare e ce ne fornisce la trascrizione. L'opera di distruzione di padre de Landa è stata purtroppo eseguita alla perfezione. Restano soltanto tre codici maya, tutti e tre scoperti in Europa, dove con tutta probablità erano stati spediti da monaci o soldati al momento della conquista. Si tratta del Codex Dresdensis, del Codex Tro-Cortesianus e del Codex Peresianus. I codici consistono in lunghe strisce di corteccia di ficus, battute, impregnate di resina, poi ricoperte di un leggero strato di calce spenta sul quale sono dipinti glifi, cifre, immagini di dei e di animali, sempre con gli stessi colori: nero, giallo, verde, azzurro e rosso. Le strisce sono larghe circa venticinque centimetri , ma lunghe parecchi metri; esse venivano scritte prima su una e poi sull'altra faccia ed erano poi ripiegate a fisarmonica. Il Codex Dresdensis, il piu prezioso, misura metri 3,50 di lunghezza e possiede 78 pagine. Appartiene alla biblioteca di Dresda dal 1739. Si tratta soprattutto di un trattato di astronomia, ma contiene anche numerosi oroscopi e alcune indicazioni sui riti. Proprio grazie a questo codice, E. Fostermann è riuscito a decifrare la struttura interna del calendario maya e del conto lungo. Il Codex Tro-Cortesianus è il più lungo (m 7,15). Conta centododici pagine e si trova alla Biblioteca Nazionale di Madrid. E' in sostanza un libro di divinazione, una sorta di promemoria usato dai sacerdoti indovini. Il Codex Peresianus è incompleto e in pessimo stato (m 1,45 di lunghezza). Possiede ventidue pagine. Tratta degli dei dei katun e delle cerimonie relative alla successione di undici di tali katun. Appartiene alla Biblioteca Nazionale di Parigi. I glifi di questi codici sono identici a certi glifi che figurano sui monumenti del Petén e delle regioni adiacenti, nonché a quelli dell'opera di padre Diego de Landa. Grazie ad essi, si è potuta stabilire la stretta parentela culturale esistente tra i Maya delle terre del sud e i Maya dello Yucatàn. Il Popol Vuh, ovvero "Libro del Consiglio", scritto in lingua maya con caratteri latini nel XVI secolo, ci fornisce informazioni sulla religione, la mitologia, l'emigrazione, la storia dei Maya Quiché, i cui discendenti vivono tuttora sugli altipiani del Guatemala. E' un libro d'importanza capitale. Ma sono stati i Libri di Chilam Balam, resoconti in lingua maya scritti in caratteri latini nei secoli posteriori alla conquista spagnola, che ci hanno permesso di avere un primo ragguaglio storico dei Maya dello Yucatàn. Il loro contenuto è spesso oltremodo simbolico e contraddittorio. Ciononostante, lo studio dei monumenti e gli scavi archeologici eseguiti nelle città maya dello Yucatàn hanno confermato, o chiarito, numerosi passi di questi preziosi libri indios.
http://www.nwo.it/maya.html | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Il gioco della pelota Gio 11 Mar 2010, 01:37 | |
| Questo gioco era praticato nell’ambito di tutte le grandi civiltà dell’America precolombiana. Ogni città maya classica, possedeva uno o più terreni di gioco. Quello di chichèn - Itzà è il più imponente di tutto il Messico e i tre edifici costruiti sul suo perimetro ne sottolineano la sua importanza: due piccoli templi (o tribune) alle due estremità del terreno e altri due imponenti templi servivano a delimitare l’area del campo. Il terreno riservato al gioco (95x35 metri) era fiancheggiato per due lati da due alti muri nei quali erano infissi due grandi anelli di pietra. Due squadre partecipavano agli incontri. I giocatori dovevano far passare la palla negli anelli di pietra. La palla era fabbricata in caucciù e doveva essere rilanciata solo con le spalle, le ginocchia o le anche. La palla non doveva mai toccare terra; la squadra vincente era quella che aveva commesso meno errori. Il capitano della squadra perdente veniva decapitato da un giocatore dell’altra squadra. | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: LE DIVINITA’ TERRESTRI DEI MAYA Gio 11 Mar 2010, 01:40 | |
| Gli astri si sono riuniti in cielo e fanno piovere sulla terra; i raccolti crescono, il mais matura. Prima di dissodare la sua milpa provvisoria, di faticare a mano con la zappa, di seminare, di raccogliere… il contadino Maya digiunava, praticava la continenza – ad esempio per tredici giorni per la semina – e non mancava di portare offerte e di bruciare coppale ai piedi delle divinità della terra. Il fatto di personificare il mais come un essere vivente e deificarlo può sorprendere uno spirito occidentale; ciò fu fondamentale nel pensiero Maya e, allo stesso modo, per cui noi ci riteniamo nati dal fango, i Maya si ritenevano nati dal mais. Anche il dio del mais occupava un posto preponderante nel culto e nel cuore dei contadini in maniera particolare. Del resto si tratta del solo dio che abbia forme umane, giovanili e amabili oltre ogni dire: veniva rappresentato sotto le sembianze di un giovane uomo – la sua testa serviva, tra l’altro, come simbolo del numero otto – con i capelli lunghi, senza dubbio per richiamare le barbe della pannocchia, e da essi scaturivano precisamente delle spighe di quel venerato mais.
In epoche terminali, venne chiamato Yum Kax, il “Signore delle Foreste”, e gli vennero attribuiti tutti i caratteri di una divinità agraria. Dio della prosperità e dell’abbondanza, il dio del mais appariva spesso associato a simboli di morte, perché non si può creare la vita senza la morte: affinché il seme dia germoglio, bisogna sotterrarlo e lasciarlo “lavorare” come un cadavere. In questi casi il dio viene rappresentato sotto forma di decapitato, o con una testa mozzata a tracolla sul petto, per ricordare che il seme muore affinché possa nascere la giovane pianta.
I fagioli ebbero ugualmente i loro dei ma molto meno valutati di quello del mais. Si possono ricollegare agli dei tellurici, coloro che risiedevano sulle sommità delle montagne – in relazione con le nuvole e la pioggia – alla confluenza dei fiumi, alle sorgenti, oppure nelle grotte. Il dio Giaguaro partecipava a due universi: sotto il suo aspetto visibile ed esteriore, incarnava le forze della terra; sotto il suo aspetto nascosto, sotterrato nella sua tana, incarnava le forze del sottosuolo. | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: LE DIVINITA’ SOTTERRANEE Gio 11 Mar 2010, 01:41 | |
| Durante la grande epoca classica, e soprattutto verso la fine, i Maya avevano perso l’abitudine di innalzare ogni Katun – 20 anni – per ogni dieci anni e infine ogni cinque anni, sulla grande piazza cerimoniale delle loro città, una stele scolpita commemorativa, la cui erezione probabilmente avveniva con grande concorso di folla, ed era l’occasione per cerimonie e feste. In più di cento città sono state ritrovate circa mille stele, 86 nella sola Tikal e, per la celebrazione dell’anno 790, per esempio, sono state trovate delle stele in non meno di diciannove città.
Di pianta quadrata, esse superano raramente i tre metri; a Quiriguà, una di esse, risalente al 771, è eccezionalmente lunga (undici metri) e pesa 65 tonnellate. Spesso un altare basso, pure monolitico, veniva loro associato; la sua forma era spesso quella di un semplice tamburo, ma spesso rappresentava animali assai complessi, o favolosi animali mitologici. Questo accoppiamento, di stele – altare, pare originario della città di Tikal. Quasi tutte le stele sono scolpite su tutte e quattro le facciate e rappresentano generalmente, in alto rilievo, un personaggio in piedi, con ricchi ornamenti, che tiene le braccia piegate e la barra cerimoniale appesa al petto. Si tratta senza dubbio di un sacerdote astronomo, con indosso un costume lussuoso, carico di gioielli estremamente complessi; nel campo rimasto libero si allineano colonne di glifi non decifrati. Ignorando il significato di questi testi, non si sa come spiegare il motivo profondo che spinse a costruire a scadenze regolari quei monoliti che continuano a rimanere per noi inspiegabili. Un tempo decorate con colori vivaci, queste stele sono ricoperte ora da una patina monocroma.
Durante sei secoli – 292 e 909 sono le due date estreme reperite – esse vennero erette nel cuore delle città, e le più belle, le ultime, risalgono all’800 per Copan, una città che ne conta ben 38 scolpite nell’andesite, all’810 per Quiriguà, all’869 per Tikal, all’889 per Uaxactun, e infine al 909 per la Muneca; stranamente, nel grande centro di Palenque ne è stata ritrovata solo una.
Comunque, sebbene al momento dell’arrivo degli spagnoli gli abitanti avessero completamente dimenticato il loro significato e il loro ruolo preciso, esse testimoniano tuttavia l’importanza costante e dominante del cosmo e dello scorrere del tempo nella vita dei loro antenati. Si suppone che i codici abbiano assunto le funzioni delle stele, nell’epoca della rinascita, perché, ricordiamolo, proprio intorno all’850 – 900 ebbe luogo lo strano collasso che scosse il mondo Maya. | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: I TRE CODICI Gio 11 Mar 2010, 01:42 | |
| Tre codici soltanto sono sopravvissuti, per puro caso, al periodo coloniale, e si trovano a Dresda, a Madrid e a Parigi; un quarto è stato ritrovato da poco. In totale, con i codici dell’altopiano messicano, ci sono pervenuti 17 codici, mentre migliaia di quei preziosi manoscritti sarebbero state distrutte dai conquistatori iberici. Si presentano come lunghi filatteri, piegati a fisarmonica, formati da molti foglietti scritti e dipinti su due facce; la maggior parte sono costituiti da una specie di carta spessa, detta huun, ottenuta martellando le fibre vegetali di una scorza di “ficus cotinifoglia”, un fico selvatico, cosparsa prima di resina (una gomma naturale vegetale) e poi da un sottile strato di calce spenta, spalmata di amido; insomma, una preparazione simile a quella dell’affresco. Una volta piegati e sovrapposti, i foglietti assumevano esattamente l’aspetto di un libro. Alcuni venero realizzati con sottili pelli di daino.
Dipinti sulle due facciate, con tinte chiare e delicate, queste pagine sono piene di testi, disegni e vignette animate da personaggi spesso mistici. Questi libri ci parlano di divinità, di astronomia, di oroscopi, di rituali religiosi, per quel che è dato sapere, perché dei 372 glifi che vi sono stati rinvenuti, 200 restano totalmente incomprensibili.
Il codice di Dresda (detto codex Dresdensis), il più bello e il più complesso dei tre (cm.350X20X9) risale probabilmente all’XI o XII secolo e ricopia quasi sicuramente un originale del periodo classico; parla delle eclissi, della rivoluzione sinodica di Venere, di riti religiosi e di pratiche divinatorie, per ben 70 pagine. Proprio partendo da quel codice della biblioteca di Dresda, Ernst Forstermann, impiegato di quella biblioteca, riuscì a decifrare una parte del calendario Maya, e a compiere il lungo conto che permette di stabilire una data in rapporto al punto di partenza cronologico Maya, grazie a una serie di glifi. Forstermann, in realtà, si era messo in testa di trovare il contenuto di quello strano libro di magia, e fu il primo, nel 1887, a capire che si trattava di tavole del pianeta Venere.
John Teeple, un ingegnere chimico, costretto dal suo lavoro a frequenti viaggi in treno, usò il suo tempo libero per studiare il complesso sistema di correzione di quelle tavole; una di esse, per esempio, da 69 date di eclissi solari possibili per la durata dei 33 anni successivi… alla redazione del codice naturalmente. Questo codice venne scoperto a Vienna nel 1739, e in seguito venne acquistato dalla biblioteca di Sassonia, a Dresda.
Il codice Tro-Cortesianus di Madrid, che è lungo più di sette metri (cm.715X24X13) e comprende 112 pagine, può risalire al secolo XV. Tratta della divinazione e si presenta come un’opera di consultazione per i preti indovini e tratta anche delle cerimonie in rapporto con i problemi artigianali e dei riti legati alla festa dell’Anno Nuovo. Deve essere stato diviso in due in data che non si è riusciti a stabilire; infatti due biblioteche di Madrid ne possedevano un tempo una parte ciascuna, una con il nome di codex Troano e l’altra con il nome di codex Cortesianus. Poi, dimostrato che esse formavano un tutto, i due tronconi sono stati riuniti al Museo di Archeologia e di Storia di Madrid.
Il codice Peresianus della biblioteca Nazionale di Parigi è parimenti abbastanza tardo (XV secolo) e, essendo in cattivo stato, pare incompleto; è lungo circa cm. 145 e presenta soltanto 22 pagine; è anche questo un’opera di consultazione per i preti indovini e può darsi che le profezie di questo manoscritto abbiano un carattere storico poiché gli avvenimenti futuri erano, nella concezione Maya, delle proiezioni del passato, cioè delle ripetizioni inevitabili. Nella seconda facciata parla della divinità di Katun (7.200 giorni pari a due decenni) e del tun (anno), oltre che delle cerimonie legate alla successione di alcuni di quei Katun. Malgrado l’epoca recente, dal punto di vista dello stile si ricollega ai rilievi di Quiriguà e di Piedras Negras.
Venne scoperto nel 1860 in un mucchio di vecchi documenti abbandonati in un deposito della Biblioteca Nazionale di Parigi; e siccome la carta che lo avvolgeva portava il nome di Perez, venne chiamato codex Peresianus. | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: IL POPOL – VUH Gio 11 Mar 2010, 01:42 | |
| Il Popol – Vuh, che tratta in uno stesso tempo i miti, le leggende, la cosmologia e la storia dei Maya Quichè del Guatemala, è in primo luogo la storia della creazione, una creazione che si suddivide in quattro atti, quattro Creazioni successive; questa concezione fu condivisa da tutti gli abitanti dell’America Centrale. Anche se il testo del Popol – Vuh che ci è pervenuto è stato scritto intorno al 1550, in dialetto Quichè trascritto in caratteri latini da un nobile cronista decaduto dalla sua funzione, nondimeno esso contiene tutte le conoscenze che erano state trasmesse fino a quel momento.
Vera e propria Genesi dei Maya Quichè, scritta in un sol fiato senza divisioni in capitoli, il Popol – Vuh rimane il testo essenziale per comprendere l’anima profonda dei Maya. Esso ci riferisce il mito della Creazione così come lo concepivano i Maya, e descrive l’evoluzione dell’umanità con le sue diverse creazioni e i suoi successivi cataclismi. Agli inizi dal caos primitivo emergevano soltanto il cielo e l’acqua, “c’erano soltanto l’immobilità e il silenzio nelle tenebre della notte”. Ma con la potenza del Verbo, gridando semplicemente “La Terra”, gli dei creatori, Gukumatz e Hurakan (dal quale deriva la parola uragano), la fecero comparire. Essi la rivestirono subito di foreste, di praterie, di fiumi e la popolarono di una moltitudine di animali, ciascuno con proprie caratteristiche, abitudini e funzioni particolari. Ma poiché questi ultimi erano incapaci di rendere omaggio agli dei, essi furono destinati a servire soltanto da nutrimento e dunque ad essere uccisi e divorati. Gli dei creatori modellarono poi delle creature di argilla che si rivelarono prive di intelligenza e di sentimenti, senza consistenza ne forma e quindi incapaci di parlare e di onorarli. Delusi, gli dei si affrettarono a distruggerli sciogliendoli nell’acqua. Dopo essersi consigliati con alcuni cacciatori mitici e con alcuni incantatori, gli dei scolpirono allora degli esseri di legno, che parlavano, mangiavano e procreavano, ma il cui viso, essendo di legno, non aveva ne vita ne espressione; essi avevano le mani e i piedi privi di dita, e le loro carni erano gialle, prive di sangue. La loro intelligenza era mediocre e, essendo privi di sentimenti, essi ignoravano i loro creatori. Questi ultimi, delusi di nuovo, li fecero annegare sotto diluvi d’acqua che oscurarono la crosta terrestre come una resina spessa. Dal cane al giaguaro, tutti gli animali si rivoltarono contro quei tristi fantocci e tutti gli esseri del creato si ribellarono contro di loro, gli uccelli per primi, compresi i tacchini e persino gli utensili domestici, marmitte e zucche comprese, con setacci e paioli, si misero contro di loro e li ridussero in polvere o li costrinsero a fuggire sugli alberi più alti. Ecco perché le scimmie, che sono loro discendenti, vivono sugli alberi.
Allora gli dei presero una nuova iniziativa: impastarono la farina di mais, di una specie gialla e bianca che avevano scovato, per caso, con l’aiuto della volpe, del coyote, del corvo e del pappagallo, nel seno di una montagna che nascondeva i chicchi nel suo ventre. Modellarono i primi quattro uomini, ma li dotarono di sensi troppo perfetti che permettevano loro di vedere sino all’infinito e di un pensiero che riusciva a cogliere e a d abbracciare tutto. Preoccupati per aver creato dei geni, troppo simili a sé, gli dei soffiarono loro sul viso e subito il loro sguardo si velò, la loro vista si ridusse. “Essi videro soltanto ciò che era loro vicino e soltanto quello che apparve chiaro ai loro occhi”. Gli dei diedero loro delle spose che si trovarono “con gioia al loro risveglio”. Ormai l’alba incorporava il cielo a levante e la stella del Mattino annunciava il sole. Quegli esseri umani, conoscendo il cerimoniale religioso, resero omaggio agli dei che approvarono e ricevettero i loro tributi: Contemplando la stella del Mattino, questi antenati dei Maya storici formularono questa preghiera:” Salve, o Creatore, o Formatore; tu che ci vedi e ci senti, non abbandonarci, non lasciarci mai. O Dio, tu che sei in cielo e in terra, dona a noi e alla nostra discendenza la prosperità finché il sole e l'aurora cammineranno nel cielo e le piante spunteranno sotto la luce. Permettici di camminare sempre per verdi sentieri e fa che noi siamo tranquilli e in pace con i nostri, che viviamo una vita felice; dacci perciò una vita, un’esistenza al riparo da ogni rimprovero, o Hurakan…Gukulmatz, o tu che generi e dai l’essere, fa che la germinazione abbia luogo e che ci sia la luce”.
E’ il caso di notare che, nel pensiero Maya, non è l’apparizione dell’uomo il punto culminante della creazione, ma quello dell’alba. E’ una bella lezione di modestia che fa dell’uomo un essere subalterno e accidentale. Inoltre ogni atto creatore, sia del mondo che dell’uomo, dei vegetali che degli animali, si compie regolarmente di notte e deve terminare prima dell’alba. Questo principio è rimasto in vigore tra i Quichè e i Chorti presso i quali, secondo Girard, “l’atto generatore si realizza soltanto di notte, come le cerimonie del culto agrario, perché entrambi sono la ripetizione dell’atto grandioso della creazione cosmica. Il coito, come la nutrizione, non sono semplici atti fisiologici, ma un rito attraverso il quale l’uomo si inserisce nel sacro…
I sacerdoti Chorti dicono che gli dei lavorano soltanto di notte: è in quell’occasione che fanno crescere la vegetazione; per questo motivo i preti devono agire nello stesso modo in cui agisce il gruppo teogonico che rappresentano. Un’abitudine così strana impone al ricercatore che ha il raro privilegio di assistere a quelle cerimonie, lunghe veglie di notte, in un ambiente profondamente mistico, in cui sente palpitare le vibrazioni intime dell’animo indigeno”.
Parallelamente a quella Creazione in più riprese si narrano altri miti, quali quelli dei due Gemelli, Hunahpu e Ixbalamqué: Hunahpu, il più importante dei due, “assolve a due funzioni” dice Girard; “è il Dio del Mais durante il periodo del lavoro nei campi, e il Dio del Sole durante l’estate. Le cerimonie del culto solare sono celebrate di giorno, in pubblico, poiché esse devono glorificare il Sole; al contrario quelle del dio agrario si svolgono di notte, perché è in quel momento che gli “agrari” lavorano, e sono segrete”. I due Gemelli trasformano in scimmie i loro fratellastri che li perseguitavano, poi, per mezzo di sortilegi e grazie alla fortuna, si impossessano dell’attrezzatura paterna del gioco della Pelota: guanti, scudi di cuoio, palle di caucciù…Il loro messaggero, il pidocchio, viene inghiottito da un rospo divorato da un serpente a sua volta morso da uno sparviero; la zanzara fa la spia e il loro complice, il moscerino, buca la secchia della loro nonna per farla ritardare. Questo è l’universo delle favole con il suo aspetto meraviglioso e il suo carattere incantato; con estrema rapidità gli alberi crescono a dismisura e le cerbottane si trasformano magicamente in canoe. Come gli eroi della mitologia greca, i nostri Gemelli affrontano cicli di prove dalle quali escono con esiti diversi, grazie al decisivo aiuto delle formiche, delle tartarughe e anche dei conigli. Essi sono anche eroi civilizzatori e l’epopea termina con l’enumerazione delle varie conquiste culturali di cui sono stati promotori: l’organizzazione sociale, l’architettura, i riti religiosi e anche la guerra.
Il Popol – Vuh comincia dal caos primitivo e finisce quando viene raggiunto un livello superiore di civilizzazione. Nel decalogo e nei meandri del racconto, sfruttando ogni minimo particolare, Girard si è sforzato di comprendere il significato esoterico, di cogliere il valore e la portata storiografica del libro “perfettamente intelligibile per i Maya Quiché”. La mitologia ha lasciato il terreno letterario per quello scientifico, constata Girard, “tanto più che vivere e agire in accordo con le norme mitologiche fu la costante ossessione del mondo Maya Quiché, la cui cultura resta essenzialmente mitologica, dato che la scienza e la storia non si erano ancora separate dalla religione”. E Girard constata che l’indigeno vive ancora in età mitologica; e questa è un’affermazione capitale per chi cerca di comprenderlo; questo però non vuole assolutamente dire che sia rimasto all’età del pensiero prelogico! | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: LO ZODIACO DELLA CIVILTÀ MAYA Gio 11 Mar 2010, 01:47 | |
| FALCO – dall’8 Febbraio all’8 Marzo – energia e ambizione
GIAGUARO – dal 9 Marzo al 5 Aprile – determinazione e compassione
CANE – dal 6 aprile al 3 maggio – timidezza e altruismo
SERPENTE dal 4 maggio al 31 maggio – lealtà e caparbietà
LEPRE – dal 1 giugno al 28 giugno – vivacità e intelligenza
TARTARUGA – dal 29 giugno al 26 luglio – calma e tradizione
PIPISTRELLO – dal 27 luglio al 23 agosto – sfida e istinto
SCORPIONE – dal 24 agosto al 20 settembre – carisma e acutezza
CERVO – dal 21 settembre al 18 ottobre – creatività e fascino
CIVETTA – dal 19 ottobre al 15 novembre – estrosità e intuito
PAVONE – dal 16 novembre al 13 dicembre – protagonismo e originalità
LUCERTOLA – dal 14 dicembre al 10 dicembre – variabilità e generosità
SCIMMIA – dall’11 gennaio al 7 febbraio – indipendenza e allegria | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:51 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:51 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:56 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:56 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 01:56 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Sabato 22 Dicembre 2012, fine del mondo? Gio 11 Mar 2010, 02:00 | |
| Ormai nel mondo del web gira una specie di febbre che addita questa data, non tanto lontana per la verità, per la catastrofe prossima ventura. Ma su quali basi si portano avanti questo tipo di supposizioni ? A dir la verità qui qualche dato reale c'è, e deriva dalla conoscenza scientifica che oggi possediamo del calendario delle popolazioni della civiltà Maya. Andiamo con ordine: come è possibile verificare (fonte wikipedia) tra quelle popolazioni non si usava computare gli anni nel modo in cui noi lo facciamo oggi. Fra l'altro gli 'anni', cioè meglio i cicli annuali erano di due tipi: il ciclo Tzolkin (che durava 260 giorni) e il ciclo Haab (che durava 365 giorni). Ma gli anni poi, non si contavano accumulandoli uno sull'altro. 1,2,3 ecc. Si utilizzava invece il Lungo computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20 molto complicato. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste "cifre" si scrivono da sinistra a destra, come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente); nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.19 (corrispondente al 5 luglio 2006). Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 13*20*20*18*20 = 1872000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19), la quinta invece andava da 1 a 13. Il primo giorno era il 13.0.0.0.0 (4 Ahau nel ciclo Tzolkin). I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi:20 giorni (prima cifra): uinal 360 giorni (seconda cifra, 18*20 = 360): tun 7200 giorni (terza cifra, 20*360 = 7200): k'tun 144000 giorni (quarta cifra, 20*7200 = 144000): b'ak'tun la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1872000 giorni (13*144000 = 1872000). Secondo i maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnato da catastrofi e distruzioni. Il ciclo attualmente in corso è iniziato il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà appunto il 22 dicembre del 2012. Sabato 21 dicembre sarà dunque l'ultimo giorno del vecchio ciclo. questo è quello che si trova sul web. Ma non dobbiamo pensare che il 22/12/2012 sia perforza un giorno di catastrofi, anzi potrebbe essere una rinascita. Infatti il nostro ciclo che sta per finire è iniziato nel 3114 a.C. e in quell'anno non mi sembra che la storia riporti grandi catastrofi. Ricordiamoci ke circa nel 3000 a.C. è comparsa la prima grande civiltà secondo la nostra storia, cioè quella dei sumeri. Quindi il 22 dicembre 2012 forse potrà anche essere un nuovo inizio che porterà cambiamenti nella società dell'uomo o nel suo modo di pensare e non, come viene riportato da molti siti, un giorno di catastrofi o addirittura il giorno della fine della terra! pensateci... | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 11 Mar 2010, 02:02 | |
| Il Codice di Dresda ,è esso a fornire lumi su come il lungo computo del tempo scandito dal calendario Maya si arrestasse consapevolmente il 21 dicembre del 2012. Sappiamo poco su come essi immaginassero la fine del mondo. L'unica immagine possiamo averla osservando l'ultima pagina del codice di Dresda. In essa si vede l'acqua che distrugge il mondo, essa fuoriesce dai vulcani, dal Sole e dalla Luna generando oscurità che prevale sulla luce. Cosa è questa acqua ? E' facile pensare perchè questa profezia - o meglio, questo computo temporale - dei Maya abbia così suggestionato gli uomini di oggi. Se si prova ad immaginare quella profezia, attualizzandola, la prima cosa che viene in mente è il global warming: innalzamento degli oceani, ecc.. Ma tante altre ipotesi vengono alla mente: caduta di un meteorite, eruzioni spaventose. E c'è chi immagina anche che l'acqua che invaderà il mondo, possa essere quel nuovo quinto elemento sprigionato dagli esperimenti del Large Hadron Collider, che - guarda caso - stanno per iniziare a Ginevra, e che saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012... | |
| | | spektrum junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Ven 12 Mar 2010, 12:38 | |
| wow.....bel topic..complimenti | |
| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 18 Mar 2010, 14:28 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 18 Mar 2010, 14:28 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 18 Mar 2010, 14:29 | |
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| | | nibiru2012 junior
| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO Gio 18 Mar 2010, 14:31 | |
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| Titolo: Re: MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO | |
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| | | | MAYA , KUKULKAN , LUNGO COMPUTO , KATUN : TUTTI I SEGRETI SULLA FINE DEL MONDO, E DI UN NUOVO INIZIO | |
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