2012 La Profezia dei Maya: La fine del Mondo secondo l'ultima pagina del Codice di DresdaI Maya avevano una vera ossessione per il tempo. L'intero territorio dei Maya, con le sue centinaia di città di pietra
può essere classificato come un enorme monumento in stretta relazione con il tempo.
Sulle mura che cingevano i campi per il gioco della palla, sui templi,
sugli architravi, sui pannelli scolpiti e addirittura sulle conchiglie,
sulla giada - usata in grande abbondanza -
i Maya per un periodo
che abbraccia circa 1000 anni, incisero le relative date non appena
arrivavano alla conclusione dell'opera, o la incisero per celebrare
qualche avvenimento del passato.Un erudito ha perfino trovato
un'iscrizione Maya che risale per novanta milioni di anni nel passato. Ma perchè i Maya avevano questa ossessiva preoccupazione per il tempo? Perchè - è questa la risposta più semplice -
i Maya erano convinti che il tempo fosse ciclico. E che la stessa influenza e le stesse conseguenze si ripetessero in ogni determinato periodo nella storia. Fu proprio Diego de Landa - il primo e più esauriente occidentale a
venire a contatto e a studiare approfonditamente la cultura maya - a
scrivere nei suoi diari:
" Riuscivano (i Maya) a calcolare
meravigliosamente le loro epoche, e così era facile per un vecchio con
il quale mi capitò di parlare, di ricordare tradizioni che risalivano a
trecento anni prima. Chiunque abbia messo ordine al loro calcolo dei
katun, fosse stato anche il diavolo, lo ha fatto con una
esattezza mai nel passato eguagliata."Una specie di compendio di questa incredibile interpretazione del Tempo - i
Maya erano convinti che il mondo avesse sofferto apocalittiche
distruzioni per quattro volte, e che quando il velo si alzò sulla storia
dei Maya, essi stavano vivendo nell'epoca seguente la quinta creazione
del mondo (gli indiani raccontarono a Diego de Landa che gli
dei che reggevano la terra fuggirono "quando il mondo fu distrutto dal
diluvio")- si trova in quello che è universalmente conosciuto come
Codice di Dresda (foto in testa).
Il Codice di Dresda
è uno dei tre codici Maya sopravvissuti - per puro miracolo - alla furia della
conquista spagnola, che come sappiamo fece purtroppo terra bruciata dell'intera cultura Maya.
Il
codice di Dresda (detto codex Dresdensis) è il
più bello e il più complesso dei tre (cm.350X20X9) risale probabilmente
all'XI o XII secolo e ricopia quasi sicuramente un originale del
periodo classico; parla delle eclissi, della rivoluzione sinodica di
Venere, di riti religiosi e di pratiche divinatorie, per ben 70 pagine.
Fu scoperto a Vienna nel 1739, e in seguito venne acquistato dalla
biblioteca di Sassonia, a Dresda.
E' stato proprio partendo da quel codice della biblioteca di Dresda,
che Ernst Forstermann, impiegato di quella biblioteca, riuscì a
decifrare una parte del calendario Maya, e a compiere il lungo conto che
permette di stabilire una data in rapporto al punto di partenza
cronologico Maya, grazie a una serie di glifi. Forstermann, in realtà,
si era messo in testa di trovare il contenuto di quello strano libro di
magia, e fu il primo, nel 1887, a capire che si trattava di tavole del
pianeta Venere.
Ed è proprio il Codice di Dresda a fornire lumi su come il
lungo computo del tempo scandito dal calendario Maya si arrestasse
consapevolmente il 21 dicembre del 2012. Sappiamo poco su come essi
immaginassero la fine del mondo. L'unica immagine possiamo averla
osservando l'ultima pagina del codice di Dresda. In essa si vede l'acqua
che distrugge il mondo, essa fuoriesce dai vulcani, dal Sole e dalla
Luna generando oscurità che prevale sulla luce. Cosa è questa acqua ?
E' facile pensare perchè questa profezia - o meglio, questo computo
temporale - dei Maya abbia così suggestionato gli uomini di oggi.
Se
si prova ad immaginare quella profezia, attualizzandola, la prima cosa
che viene in mente è il global warming: innalzamento degli oceani,
ecc.. Ma tante altre ipotesi vengono alla mente: caduta di un
meteorite, eruzioni spaventose. E c'è chi immagina anche che
l'acqua che invaderà il mondo, possa essere quel nuovo quinto elemento
sprigionato dagli esperimenti del
Large Hadron Collider (del quale abbiamo parlato spesso qui a Mysterium) che - guarda caso - stanno per iniziare a Ginevra, e che saranno pienamente effettivi proprio intorno al 2012...
Insomma, chi più ne ha più ne metta. Ma io penso che tutto questo dovrebbe semplicemente portarci a una conclusione:
quella di studiare meglio la grande cultura maya, quella di un popolo terribile e misterioso, intorno al quale le nostre conoscenze sono ancora molto scarse...fonti: Victor W.Von Hagen - Il Mondo Maya - Newton, 1977.www.amca.ch