Il punto sulla situazione Ison
Una sonda NASA è stata fatta dirigere verso la Ison ed è sparita, in precedenza monitorava il pianeta Marte e si era provveduto a deviarla dall'orbita, il suo nome Deep Impact, come quello della sonda spaziale del famoso film omonimo, nel quale delle meteore minacciano la Terra; altresì un'ulteriore sonda spaziale terrestre è stata lanciata con successo un po' di giorni adietro per poi perdersi in poche ore nello spazio siderale, si doveva dirigere verso la Ison.
Una situazione questa in cui nel momento nel quale inizia a delinearsi più accattivante il profilo della Ison, ecco che pure il sito della NASA, come dire "non c'è due senza tre", ha chiuso dal primo di ottobre 2013, ufficialmente per motivi economici, eppure due domande sorgono spontanee come si usa dire, perché chiudere proprio adesso che siamo in attesa del transito ravvicinato della cometa Ison?
Inutile dire "tutto normale", poiché indubbiamente avevo ragione io quando avevo invitato ad osservare tutti, proprio tutti, la Ison al telescopio per poter carpire news certe, nel contempo nel quale per le news c'era già la NASA, eppure adesso dobbiamo contare su noi stessi per le news, d'altronde sono sempre andato avanti scrivendo di mia mano ogni articolo, per le foto occorrerà a breve che mi metta col mio telescopio da 200 ingrandimenti per poter trovare qualcosa? Siamo arrivati a questo?
Invero abbiamo telescopi di gran lunga più potenti del mio per poter osservare la Ison, unico cruccio averne la voglia! E che nessuno dica che già si sà tutto, che così facendo ometterebbe questa voglia, ciò che non ci danno non sia un danno per tutti noi e scusate il gioco di parole, è dovuto, tutti occhi puntati col telescopio, come avevo già avuto modo di comunicarvi, la verità sta per arrivare, arriverà, di tutto ciò che ho scritto fatene buoni esempi; mi raccomando, studiate.
sabato 20 luglio 2013, 14:09 di Renato Sansone
Credit: NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)
Se ne parla da tempo; la cometa ISON ha il potenziale per divenire l’oggetto astronomico del secolo e illuminare i cieli di tutto il mondo con una luminosità paragonabile a quella della Luna piena. Ma andiamo con ordine, e analizziamo la cronologia di questa cometa così tanto discussa. Il suo viaggio dalla gelida nube di Oort verso il sistema solare interno è cominciato 10.000 anni fa, quando sulla Terra l’avvento dell’agricoltura innescò la rivoluzione Neolitica. Era il tempo in cui si svilupparono i primi villaggi nelle regioni del Medio Oriente, ancor prima della nascita delle prime civiltà egizie e mesopotamiche. Nessuno naturalmente a quel tempo poteva immaginare che un oggetto così distante stava cominciando la sua avventura in direzione della nostra stella. L’astro chiomato, ufficialmente conosciuto come C/2012 S1, è stato scoperto soltanto il 24 Settembre 2012 dagli astrofili russi Vitali Nevski e Artyom Novichonok, quando la sua distanza, valutata in circa 1 milione di Km dalla Terra, l’ha resa visibile nel telescopio riflettore di 40 cm dell’International Scientific Optical Network, nei pressi di Kislovodsk. Da quel momento è partita la campagna osservativa degli strumenti a nostra disposizione, per determinarne l’orbita e i possibili effetti nei nostri cieli. A metà Gennaio la sonda Deep Impact della NASA, già interessata nell’osservazione di corpi ghiacciati come la Tempel 1 e Hartley 2, ha ottenuto la prima immagine ad alta risoluzione della cometa, a cui è seguita l’osservazione del telescopio spaziale Swift, quando la cometa si trovava appena oltre l’orbita di Giove. Le immagini, presentate a Marzo, hanno mostrato la sublimazione di molta acqua rispetto alla presenza di materiale polveroso.
Credit: NASA, ESA, and Z. Levay (STScI)
Nel mese di Aprile è stata la volta del telescopio spaziale Hubble, che l’ha ripresa da una distanza di 621 milioni di chilometri. I dati di Hubble hanno aiutato gli scienziati a stimare le dimensioni del nucleo cometario, sorprendentemente piccolo – non più grande di 4,8 – 6,5 chilometri di diametro, e una coda di 92.000 chilometri. Hubble ha inoltre evidenziato una situazione di stallo nella sua magnitudine rispetto alle immagini iniziali, che ha “allertato” gli astronomi circa una possibile frammentazione. L’ipotesi più accreditata per spiegare tale flessione, è stata la sublimazione di una sottile lastra di materiale ghiacciato negli strati più esterni, che temperature via via più elevate hanno permesso a ISON una grande luminosità. Lo scorso mese, il telescopio Spitzer della NASA ha osservato la cometa da 498 milioni di chilometri dal Sole, ma, come detto dagli stessi funzionari NASA, i dati non sono ancora stati rilasciati.
Credit: NASA
ISON attualmente sta cominciando quella che sarà la parte più rischiosa del suo lungo viaggio. A fine Luglio la cometa passerà la cosiddetta “linea del gelo”, il confine immaginario oltre il quale l’astro comincerà ad essere bombardato dalle radiazioni solari ad alta energia. Non è raro che una cometa possa arrendersi già in questa fase. Al termine del prossimo mese, ISON sarà nuovamente visibile dai telescopi terrestri, quando sarà possibile una stima più accurata di ciò che potrà divenire nei mesi successivi. A Settembre, C/2012 S1 non sarà ancora visibile ad occhio nudo, ma gli osservatori dell’emisfero meridionale dovrebbero essere in grado di osservarla con l’ausilio di un binocolo. Poco dopo la metà di Settembre, verrà lanciato dal Nuovo Messico un pallone sonda che la scruterà nei dettagli. Il pallone BRRISON, dotato di un telescopio da 80 cm, salirà a 37 chilometri sopra la superficie della Terra per osservarla nell’infrarosso e nel vicino ultravioletto. Resterà in orbita sino al 15 Ottobre.
La famosa cometa di Halley
Il 1° Ottobre la cometa transiterà nei pressi di Marte, permettendo ai rover Curiosity ed Opportunity di scrutarla dalla superficie del pianeta rosso. Una delle due sonde Stereo, osserverà la vagabonda dello spazio il prossimo 10 Ottobre attraverso lo strumento HI2, quando il corpo sarà a 152 milioni di chilometri di distanza dal Sole. Il 18 Novembre un razzo della NASA, denominato Fortis, misurerà la luce ultravioletta della cometa per cercare di comprenderne la composizione chimica. Il giorno successivo sarà la volta della sonda MESSENGER, dalla superficie di Mercurio, quando ISON sarà prossima al suo passaggio radente sul Sole. Ad una settimana dal perielio, la cometa sarà preda dei coronografi solari, mentre i grandi telescopi terrestri cattureranno immagini nel visibile e nell’infrarosso.
Credit: Minor Planet Center
Sarà un periodo molto delicato, in quanto eventuali espulsioni di massa coronale potranno danneggiare la piccola cometa. Il 28 Novembre sarà il grande giorno del perielio. ISON farà il suo massimo avvicinamento al Sole, sfiorando la superficie infuocata della nostra stella. Transiterà a soli 1,2 milioni di chilometri, trovando condizioni ambientali infernali. La cometa sarà al suo giro di boa e al suo momento più difficile. La sopravvivenza a tale passaggio significherebbe grande spettacolo nell’emisfero settentrionale per settimane; potrebbe rendersi visibile al mattino nei primi giorni di Dicembre, per poi rendersi visibile per tutta la notte nel mese di Gennaio. Tra il giorno di Natale e quello di Santo Stefano, nel suo viaggio di ritorno verso lo spazio profondo, la cometa, o ciò che ne resta, farà il suo massimo avvicinamento alla Terra. Sarà questo il periodo migliore per le osservazioni. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, ISON potrebbe brillare come una stella di magnitudine -12, e rendersi addirittura visibile in pieno giorno, prima di tornare nel gelo che le compete. C/2012 S1 ISON potrebbe divenire la grande cometa di Natale 2013, al cui fascino astronomico e scientifico, potrebbe unire la suggestione cristiana in ricordo della natività di Gesù Cristo. Quale momento migliore per contemplare la meraviglia del creato.
https://www.youtube.com/watch?v=NuqLysJcMPE
fonte : https://www.facebook.com/groups/MONDOWEBCIOCHEDEVISAPERE/