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 IL NECRONOMICON : il libro dei morti

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MessaggioTitolo: Re: IL NECRONOMICON : il libro dei morti   IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Icon_minitimeSab 29 Mag 2010, 16:59

IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Necronomicon


IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Necro

IL RITUALE
ATTENZIONE !!! Non siamo resposabili degli effetti di questo rituale e per l'evocazione "Probabilmente" contenuti nel Necronomicon e effettuati da un anonimo (l'editore delle note). Ne scoraggiamo comunque la pratica.

Il testo originale è in lingua inglese.

--------------------------------------------------------------------------------

Rituale per evocare Yog-Sothoth e aprire il Passaggio.

L'ESCLUSIONE.
(può essere sostituita con altre esclusioni. Usa sale, acqua e incenso.)

Zazii, Zamaii, Puidmon il Potente,
Sedon il Forte, El, Yod, He, Vau, He,
Iah, Agla, proteggimi e aiutami mentre io evoco il Passaggio!
(accendere incenso e candele)

Nessun diavolo può avvicinarsi dal Nord!
Nessun diavolo può avvicinarsi da Est!
Nessun diavolo può avvicinarsi da Sud!
Nessun diavolo può avvicinarsi da Ovest!
Nessun diavolo può avvicinarsi dallo Zenith!
Nessun diavolo può avvicinarsi dal Nadir!
(piegarsi verso le direzioni)

Il Cerchio Infuocato chiude ogni cosa dentro!
Draba, draba, kalta, kalta, entemoss!
Il Cerchio Infuocato chiude ogni cosa fuori!
Draba, draba, kalta, kalta, entemoss!
Accar, Zour e Maroud! Chiudete il cerchio e non permettete a nessun diavolo di passarci attraverso!
Draba, draba, kalta, kalta, entemoss!
(i partecipanti camminano intorno al cerchio. Sale, acqua e incenso sono spruzzati.)


L'EVOCAZIONE.

Per Adonai Elohim, Adonai Jehova
Adonai Sabaoth, Metraton Ou Agla Methon,
Verbum Pythonicum, Mysterium Salamandrae
Cenventus Sylvorum, Antra Gnomorum
Demonia Coeli God, Almonsin Gibor
Jehoshua Evam Zariathnatmik, Veni, Veni, Veni!

(metti le tue mani sopra la tua testa con i pollici e gli indici uniti così da creare un triangolo equilatero.Gira la mano destra così da dividere la metà del triangolo che punta giù, creando un parallelogramma. Gira la mano sinistra in modo da creare un triangolo che punta in giù. Muovilo giù lungo la fronte, giralo in su, così che il risultato finale sia un triangolo sopra la tua fronte.)


Ascoltami!
Re dello spazio infinito!
Motore dei pianeti!
Il Fondatore della velocità!
Il Sovrano dei terremoti!
Il Conquistatore del terrore!
Il Creatore del Panico!
Distruttore!
Il Vincitore splendente!
Figlio del Caos e del Vuoto!
Guardiano dell'Abisso!
Dio delle Estreme Oscurità!
Signore delle Dimensioni!
Conoscitore dei Misteri!
Guardiano dei Segreti!
Signore del Labirinto!
Vertice degli Angoli!
Mestro dei gufi
Punto Omega!
Signore del Passaggio!
Colui che apre la Strada!
Il più Vecchio!
Tutto-in-Uno!
L'unico protratto nella vita!
Umr At-Tawil!
Iak-Sathath!
YOG-SOTHOTH NAFL'FTHAGN!!!
I tuoi servi ti chiamano!


(prendi il bastone e giralo in modo che punti destra-sinistra, su-giù, quindi avanti-dietro. Quindi avvitalo e osserva come è girato a puntare verso la quarta dimensione, perpendicolare alle altre dimensioni. Indicherà la stella del Caos)


APRIRE IL PASSAGGIO.
(il bastone è mantenuto orizzontalmente)

Yog-Sothoth conosce il Passaggio.
Yog-Sothoth è il Passaggio.
Yog-Sothoth è la chiave e il guardiano del Passaggio.
Passato, presente e futuro, tutto è uno in Yog-Sothoth.
Per ciò che non può essere nominato,
Per Azathoth,
Per Nyarlathotep,
Per Shub-Niggurath,
Per i due serpenti,
Per ciò che creò il Vuoto,
Per Kadath nel Desolato Freddo,
Per il Plateu del Leng,
Per Yuggoth,
Per la lente lunare,
Per l'Imprigionato,
Per il Libero,
Per Samas, Gibil e Nusuku,
Per l'Alto Nome di Ea,
Per i Sette Demoni,
Guardiano, lascia che il Passaggio sia aperto!

Per il Caos,
Per il Vuoto,
Per la Luce,
Per le Tenebre,
Per l'Aria,
Per il Fuoco,
Per l'Acqua,
Per la Terra,
Chiave, apri il Passaggio!
Per il mio giuramento impaurito,
Lascia che costoro che vogliono uscire escano!
Lascia che costoro che vogliono entrare vengano!
Lasciaci guardare nella Luce Nascosta!
Lasciaci guardare nelle Cieche Tenebre!
Squarcia il Velo!
Rompi lo Specchio!
Rivela l'Illusione!
Osserva, il Passaggio si apre!
(Lentamente gira il bastone da orizzontale a verticale, e fa il segno dello Squarcio del Velo.)


Osserva, i Nodi sono riempiti di Potere!
Osserva, le Linee sono riempite di Potere!
Osserva, gli Angoli contorti e aperti!

Note dell'autore:
io ho eseguito questo rituale di fronte al monumento di Lovecraft e sulla cima di una collina vuota. Preferirei averlo fatto in una notte stellata, preferibilmente un Sabbath. E' anche meglio se fa freddo, cosa che suggerisce il nulla del Vuoto (ho notato una caduta di temperatura entrambe le volte che ho eseguito il rituale perfettamente.)
Come incenso ho usato un vasetto riempito con una mistura di zucchero, salnitro e incenso, che ho acceso, creando un fuoco rosso-violaceo e molto fumo irritante.

Yog-Sothoth Nyarlathotep Shub-Niggurath Azathoth Potere

Durante l'evocazione, ho visto una nube di tenebre lentamente formarsi dietro la realtà, prendento la forma di un vortice. All'interno del vortice Yog-Sothoth si manifesta da più alte dimensioni. La sua forma è altamente variabile. Ruota, si piega, si rompe e si riforma costantemente.
Nell'aprire il Passaggio, ho visto il Passaggio di fronte a me, un posto dove la realtà diventa sempre più sottile, finchè rivela l'Esterno. Un po' come le immagini in cui l'immagine sfuma a rivelare il muro dietro. E' utile una riflessione circa il raggio di Schwartzchild nella Relatività Generale.

fonte:www.geocities.com/Athens/Olympus/9310/
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MessaggioTitolo: Re: IL NECRONOMICON : il libro dei morti   IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Icon_minitimeSab 06 Mar 2010, 16:40

Il titolo originale dell'opera è Al Azif: "Azif" è l'allocuzione usata dagli arabi per indicare gli strani suoni notturni (dovuti agli insetti) che si supponevano essere l'ululato dei dèmoni.
L'autore è Abdul Alhazred, un poeta folle di Sanaa, capitale dello Yemen, che si dice sia vissuto nel periodo dei Califfi Ommiadi, nell'ottavo secolo dopo Cristo. Fece molti misteriosi pellegrinaggi fra le rovine di Babilonia e le catacombe segrete di Memphis, e trascorse dieci anni in completa solitudine nel grande deserto dell'Arabia meridionale, il Raba El Khaliyeh, o "Spazio vuoto" degli arabi antichi, e Dahna, o "Deserto cremisi" dei moderni, ritenuto dimora di spiriti maligni e mostri mortiferi. Di questo deserto coloro che pretendono di averlo attraversato, narrano molte storie strane ed incredibili meraviglie.
Nei suoi ultimi anni Alhazred abitò a Damasco, dove venne scritto Al Azif, e del suo trapasso o scomparsa (nel 738 d.C.) si raccontano molti particolari terribili e contraddittori. Riferisce Ibn Khallikan (un biografo del dodicesimo secolo), che venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato in maniera agghiacciante di fronte ad un gran numero di testimoni gelati dal terrore.
Anche la sua follia è oggetto di molti racconti. Egli affermava di aver visitato la favolosa Irem, la Città dalla Mille Colonne, e di aver trovato fra le rovine di un innominabile villaggio desertico le straordinarie cronache ed i segreti di una razza più antica dell'umanità. Non seguiva la religione musulmana, ma adorava delle Entità sconosciute che si chiamavano Yog e Cthulhu.
Intorno all'anno 950, l'Al Azif, che era stato diffuso largamente, anche se in segreto, tra i filosofi dell'epoca, venne clandestinamente tradotto in greco dall'erudito bizantino Teodoro Fileta, col titolo Necronomicon, cioè, letteralmente: "Libro delle leggi che governano i morti".
Per un secolo favorì innominabili esperienze, finché non venne soppresso e bruciato intorno al 1050 dal vescovo Michele, patriarca di Costantinopoli. Dopo di ciò il suo nome fu solo furtivamente sussurrato ma, nel tardo Medioevo (1228), il danese Olaus Wormius ne fece una traduzione latina, basata sulla versione greca di Fileta, che vide la stampa due volte: una alla fine del quindicesimo secolo, in caratteri gotici (evidentemente in Germania), e una nel diciassettesimo (probabilmente in Spagna).
Entrambe le edizioni sono prive di qualsiasi segno di identificazione, e possono essere localizzate nel tempo e nello spazio solo in base a considerazioni riguardanti il tipo di stampa.
L'opera, sia in latino che in greco, venne posta nell'Index Expurgatorius sin dal 1232 da papa Gregorio IX, cui era stata mostrata la traduzione di Wormius. A quell'epoca l'originale arabo era già andato perduto, come mostra la prefazione alla prima versione latina (vi è tuttavia un vago indizio secondo cui una copia segreta sarebbe apparsa a San Francisco in questo secolo, e sarebbe andata distrutta nel famoso incendio del 1906).
Nessuna notizia si ebbe più della versione greca - che fu stampata in Italia fra il 1560 e il 1570 - fino al resoconto del rogo cui fu condannato nel 1692 un cittadino di Salem con la sua biblioteca. Una traduzione in inglese fu fatta dal dottor John Dee intorno al 1580, non venne mai stampata, ed esiste solo in alcuni frammenti ricavati dal manoscritto originale.
Delle versioni latine attualmente esistenti, una (del quindicesimo secolo) è custodita nel British Museum, mentre un'altra (del diciassettesimo secolo) si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi. Altre edizioni del diciassettesimo secolo sono nella Widener Library ad Harvard, nella biblioteca della Miskatonic University ad Arkham e presso l'università di Buenos Aires. Comunque esistono certamente numerose altre copie presso dei privati, ed in proposito circola con insistenza la voce che un esemplare del testo in caratteri gotici del quindicesimo secolo faccia parte della collezione privata di un celebre miliardario americano.
Sembra anche che presso la famiglia Pickman di Boston sia presente una copia del testo greco stampato in Italia nel sedicesimo secolo: se è vero, questa è comunque certamente svanita insieme col pittore R. U. Pickman, di cui si sono perse le tracce dal 1926.
Il libro è posto all'indice da tutte le religioni del mondo. La sua lettura determina conseguenze terribili. Si dice che sia appunto da vaghe notizie su quest'opera (della cui esistenza una ben piccola parte della gente è al corrente), che lo scrittore R. W. Chambers abbia tratto lo spunto per il suo celebre romanzo The King in Yellow, il cui filo conduttore è un libro iniziatico la cui lettura provoca la follia.


In seguito alla diffusione di questo documento, numerosi scrittori ed appassionati del fantastico contribuirono alla nascita della "leggenda del Necronomicon", attraverso riferimenti, citazioni e, come nel caso di Colin Wilson, libri presentati come estratti della versione in inglese del Necronomicon.
Inutilmente lo stesso Lovecraft si affannò a spiegare nelle sue lettere che tanto il sinistro volume quanto il suo folle autore non esistevano, essendo solo frutto della sua fantasia: la maggior parte dei lettori credette (e, a quanto pare, crede ancora) alla reale esistenza del testo maledetto. Esiste anche una "versione elettronica" del Necronomicon, che è possibile consultare all'indirizzo http://146.19.2.3/~alquier/HPL/azif/n_index.html.
In conclusione, attualmente il Necronomicon - libro immaginario partorito dalla mente di Lovecraft - è un'opera la cui esistenza è da molti data per certa. Con lo stesso titolo sono usciti, in diverse lingue, numerosi centoni di carattere necromantico, mentre varie scuole esoteriche evocano Cthulhu, Yog-Sothoth, Shub-Niggurath e compagni, impiegando ogni genere di rituali.
Davvero, come sosteneva Paracelso, la fantasia è l'ingrediente principale di qualsiasi operazione magica.
http://cthulhoid.tripod.com/necro.html
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MessaggioTitolo: Re: IL NECRONOMICON : il libro dei morti   IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Icon_minitimeSab 21 Nov 2009, 03:00

APPENA TROVO QUALCOSA SUL LIBRO MAI SCRITTO (IL NECRONOMICON) lo imposto cosi possiamo collegarlo anche al fatto dei segnali presenti nel libro che conducono a dei segni esoterici gia da noi trattati.


¦@JERICHO2012
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MessaggioTitolo: Re: IL NECRONOMICON : il libro dei morti   IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Icon_minitimeVen 20 Nov 2009, 17:16




Si racconta che nel 950 “Al Azif” fu distribuito variando il nome con “Necronomicon”, l’opera originale era scritta in lingua araba, ma fu tradotta in latino e in greco, un personaggio di nome Wormius provò a tradurre il testo in inglese ma morì arso vivo.

Ma la cosa più bizzarra è che sembra che il libro denominato Necronomicon in realtà non è mai stato scritto, è stato spesso citato nei libri realmente esistiti e da quel momento fu denominato pseudo libro e cioè un falso libro.

Tutto fu il prodotto della mente di Howard Phillips Lovercraft che creò il mito del Necronomicon per rendere più interessanti le sue opere fantastiche, quando il libro divenne molto famoso Lovercraft fu costretto ad ammettere la sua inesistenza, ma non fu sufficiente numerose persone credevano nell’esistenza del libro e ci sono persone che tutt’ora ci credono, il dubbio ancora oggi esiste Lovercraft mentiva o diceva la verità dichiarando l’inesistenza del Necronomicon.

Lovercraft scrisse una prefazione, del Necronomicon per degli amici intimi, ad esclusivo scopo personale ma fu resa ugualmente pubblica. Fu una prefazione molto allettante per coloro che adoravano il Necronomicon e che non volevano rinunciare all’idea che fosse realmente esistito e che lo definivano “ il più grande libro di magia nera mai esistito”:



http://www.chupacabramania.com/articoli/libri/necronomicon.htm
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MessaggioTitolo: IL NECRONOMICON : il libro dei morti   IL NECRONOMICON :  il libro dei morti Icon_minitimeVen 20 Nov 2009, 17:01

IL NECRONOMICON : IL LIBRO DEI MORTI.



Howard Phillips Lovercraft, nato nel 1890 a Providence nel Rhode Island, scrisse un'ottantina di racconti, romanzi, liriche e saggi nell'ambito della narrativa fantastica e dell'orrore. Quando morì, all'età di 46 anni, gran parte della sua produzione era ancora inedita o pubblicata su riviste popolari, ignorate dalla critica ufficiale. Il suo successo è postumo e legato soprattutto alla traduzione dei suoi testi nelle lingue europee. Oggi Lovercraft è divenuto l'oggetto di un vero culto letterario ed è riuscito ad influenzare la narrativa moderna soprannaturale.

A lui molti attribuiscono in realtà la stesura del libro chiamato "Necronomicon", che sarebbe tutto frutto della sua fervida fantasia. Altri invece asseriscono che Lovercraft, per la stesura del libro, si sia ispirato ad un vecchio manoscritto che fu realmente in suo possesso e che, quindi, tutto ciò che si trovava illustrato e descritto nello stesso non fosse un'espressione di pura fantasia, bensì fosse fondato su matrici reali. Il Necronomicon, il "Libro dei Morti", scritto dal folle arabo Abdul Alhazred, costituisce uno degli "scherzi letterari" più riusciti nella storia della letteratura. Infatti, pur non esistendo, è tutt'oggi più vivo che mai.

Secondo le credenze il libro fu scritto da Abdul Alhazred, un arabo ritenuto folle. Venne poi tradotto in inglese da un certo Olaus Wormius, bruciato poi sul rogo.

Data la crescente popolarità del libro e l'enorme domanda registrata presso i bibliotecari, molti scrittori presero in considerazione la possibilità di reinventarlo. Gli studi sulle opere di Lovecraft furono fondamentali per comprendere da quali fonti fossero state attinte le informazioni necessarie per il concepimento del Necronomicon.

Costoro compresero che la linea di demarcazione esistente tra libri reali e libri leggendari (esistiti solo nell'immaginario collettivo), non è quasi mai chiaramente definita. In alcuni casi, questi "pseudobiblia" (così chiamati da L.Sprague de Camp) finiscono col diventare così famosi da essere citati in opere di narrativa. Ricreare un libro fittizio, pertanto, risulta un'operazione piuttosto semplice per un erudito esperto nel settore e grande conoscitore delle opere di saggistica che ruotano intorno ad esso.

Il Necronomicon è considerato il più potente libro di magia nera "che sia mai esistito". Un grimorio così importante non poteva restare solo una leggenda. Doveva esistere.

Data per vera la sua reale esistenza, iniziarono le ricerche. Ma in questo modo fornirono un terreno fertile per alcuni scrittori che fiutarono l'affare. Ma da dove partono le ipotesi che vedono tale scritto realmente esistito?

Winfield Lovecraft (padre di H.P. Lovecraft) era membro del ramo egizio della Massoneria, fondato o almeno reso pubblico da Alessandro, conte di Cagliostro, famigerato impostore, sì, ma anche pericoloso manipolatore di forze occulte.

Gli attuali praticanti della Massoneria Egiziana conservano una notevole tradizione occulta, espressa in rituali che soltanto gli iniziati possono spiegare, sebbene sia condivisa in una certa misura, solo dal punto di vista dei rituali, dai praticanti della massoneria comune.

Al padre di Lovecraft venne insegnato a leggere questi estratti del Necronomicon nientemeno che da Tall Center (Alto Cedro) che aveva avuto il testo sacro da Innermost Shrine (Tempio Interiore) che l’aveva a sua volta ricevuto da Fouquier Tinville, lo Dzherzhinsky della Rivoluzione Francese, il quale ultimo l’aveva ottenuto non senza ricorso alla tortura dai seguaci di Cagliostro.

In seguito a straordinarie scoperte archeologiche effettuate nell'Iraq sud orientale, a Kut-al-Amara, piccolo centro agricolo dell'Iraq sud-orientale sul fiume Tigri (l'antica Kutu, città di origine sumera consacrata alle divinità ctonie; è stata dal 1987 oggetto di scavo da parte di una spedizione del Centro Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia), nel 1990, gli archeologi rinvennero, poco fuori del pomerio di Kutu (ferocemente distrutta intorno al VII secolo a.C. per ordine del re assiro Sannacherib), un tempio sotterraneo perfettamente conservato, Nel sancta sanctorum di questo tempio, che aveva la forma di uno ziqqurat rovesciato, oltre ad altro materiale di rilevante interesse archeologico, è stata rinvenuta una grande quantità di tavolette di argilla contenenti interessantissimo materiale letterario in lingua sumera. Dopo varie vicissitudini, tali tavolette, ribattezzate immediatamente come le "tavolette di Kutu" sono state tradotte dal professor Venustiano Carranza, docente di paleografia semitica all'Università di Città del Messico, una delle massime autorità mondiali nel campo della assirologia. I risultati a cui ha portato questa traduzione sono stati a dir poco sconvolgenti; è stata confermata un'ipotesi, che collega i Miti di Chtulhu alla religione e mitologia sumero-babilonese.

È stato individuato nel corpo di una corrotta edizione del Poema della Creazione babilonese, l'Enuma Elish, contenuta nelle tavolette di Kutu, numerosi riferimenti ai cosiddetti "Grandi Antichi": Azatoth, Yogsothoth, Hastur, Nyarlathotep, Shub-Niggurath.

Il contenuto delle tavole di Kutu, secondo l'eminente studioso messicano, si era irradiato nella cultura occidentale ben prima dell'VIII secolo d.C., secolo a cui Lovecraft aveva datato la scrittura dell'Al Azif da parte di Abdul Alhazred.

È stata dimostrata, quindi, l'esistenza di una sorta di Proto-Necronomicon, di una formulazione epico-magico originaria, databile probabilmente intorno al 1000 a.C. che costituisce il complemento del grimorio decriptato da Turner dal codice del mago e negromante John Dee.

Intorno al 1927, Lovecraft scrisse (non con intenti di pubblicazione, ma come uno scherzo a beneficio degli amici e corrispondenti più intimi) una breve "storia editoriale" del Necronomicon, che si diffuse immediatamente tra gli appassionati del fantastico, ottenendo una fama ben al di là delle intenzioni del suo autore. È qui riportata la versione integrale della prefazione al Necronomicon:




Ascolta ciò che ti dice Abdul Alhazred:
gli Antichi Dèi han posto i Maledetti
in sonno. E chi manipola i sigilli
e i dormienti ridesta, è maledetto anch'egli.
E dico ancora: qui chiuse son le càbale
in cui s'asconde il torbido potere
d'infrangere i sigilli millenari
che serrarono Cthulhu e la sua orda.

Ho perso
tutta la vita per delucidarle.

La notte s'apre sull'orlo dell'abisso.
Le porte dell'inferno sono chiuse:
a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all'umanità:
ecco le chiavi.
Cerca le serrature: sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
per primo io le ho trovate: e sono matto.

Abdul Alhazre


Nel suo All'interno è possibile trovare tutta una serie di formule magiche per evocare i demoni e altre forze diaboliche. Si dice che, nella versione originale, le pagine e le relative rilegature siano di pelle umana prelevata da corpi di persone uccise dalla stregoneria. Inoltre, pare che la lettura a voce alta di tale lettura possa evocare spiriti maligni e che alcune persone dimenticatesi delle cautele abbiano letto tale libro ad alta voce diventando poi vittime di incidenti orribili.

Per questo, si dice che esistano poche copie di questo libro e che vengano custodite in famose biblioteche tra cui quella Vaticana, in stanze di sicurezza.

Questo non è un libro destinato al pubblico ed è stato stampato principalmente per essere messo a disposizione di studiosi dell'occulto e sembra che le informazioni in esso contenute siano state riferite all'autore da forze soprannaturali.

Il titolo originale dell'opera è "Al Azif", dove "Azif" è l'allocuzione usata dagli arabi per indicare gli strani suoni notturni (dovuti agli insetti) che si supponevano essere l'ululato dei dèmoni. L'autore è Abdul Alhazred, un poeta folle di Sanaa, capitale dello Yemen, che si dice sia vissuto nel periodo dei Califfi Ommiadi, nell'VIII secolo dopo Cristo. Fece molti misteriosi pellegrinaggi fra le rovine di Babilonia e le catacombe segrete di Memphis e trascorse dieci anni in completa solitudine nel grande deserto dell'Arabia meridionale, il Raba El Khaliyeh, o "Spazio vuoto" degli arabi antichi; e nel Dahna, o "Deserto cremisi" dei moderni, ritenuto dimora di spiriti maligni e mostri mortiferi. Di questo deserto, coloro che pretendono di averlo attraversato, narrano molte storie strane ed incredibili.

Nei suoi ultimi anni, Alhazred abitò a Damasco, dove venne scritto "Al Azif", e del suo trapasso o scomparsa (nel 738 d.C.) si raccontano molti particolari terribili e contraddittori. Riferisce Ibn Khallikan (un biografo del dodicesimo secolo) che

"venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato in maniera agghiacciante di fronte ad un gran numero di testimoni gelati dal terrore."

Anche la sua follia è oggetto di molti racconti. Egli affermava di aver visitato la favolosa Irem, la Città dalla Mille Colonne, e di aver trovato fra le rovine di un innominabile villaggio desertico le straordinarie cronache ed i segreti di una razza più antica dell'umanità. Non seguiva la religione musulmana, ma adorava delle Entità sconosciute che si chiamavano Yog e Cthulhu. Intorno all'anno 950, l' "Al Azif", che era stato diffuso largamente, anche se in segreto, tra i filosofi dell'epoca, venne clandestinamente tradotto in greco dall'erudito bizantino Teodoro Fileta, col titolo "Necronomicon", cioè, letteralmente: "Libro delle leggi che governano i morti". Per un secolo, favorì innominabili esperienze, finché non venne soppresso e bruciato intorno al 1050 dal vescovo Michele, patriarca di Costantinopoli. Dopo di ciò il suo nome fu solo furtivamente sussurrato ma, nel tardo Medioevo (1228), il danese Olaus Wormius ne fece una traduzione latina, basata sulla versione greca di Fileta, che vide la stampa due volte: una alla fine del quindicesimo secolo, in caratteri gotici (evidentemente in Germania) e una nel diciassettesimo (probabilmente in Spagna). Entrambe le edizioni sono prive di qualsiasi segno di identificazione e possono essere localizzate nel tempo e nello spazio solo in base a considerazioni riguardanti il tipo di stampa. L'opera, sia in latino che in greco, venne posta nell'Index Expurgatorius sin dal 1232 da papa Gregorio IX, cui era stata mostrata la traduzione di Wormius. A quell'epoca, l'originale arabo era già andato perduto, come mostra la prefazione alla prima versione latina (vi è tuttavia un vago indizio secondo cui una copia segreta sarebbe apparsa a San Francisco in questo secolo, e sarebbe andata distrutta nel famoso incendio del 1906). Nessuna notizia si ebbe più della versione greca (che fu stampata in Italia fra il 1560 e il 1570) fino al resoconto del rogo cui fu condannato nel 1692 un cittadino di Salem con la sua biblioteca. Una traduzione in inglese fu fatta dal dottor John Dee intorno al 1580, non venne mai stampata, ed esiste solo in alcuni frammenti ricavati dal manoscritto originale delle versioni latine attualmente esistenti, una (del quindicesimo secolo) è custodita nel British Museum, mentre un'altra (del diciassettesimo secolo) si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi. Altre edizioni del diciassettesimo secolo sono nella Widener Library ad Harvard, nella biblioteca della Miskatonic University ad Arkham e presso l'università di Buenos Aires. Comunque esistono certamente numerose altre copie presso privati e, a tal proposito, circola con insistenza la voce che un esemplare del testo, in caratteri gotici del quindicesimo secolo, faccia parte della collezione privata di un celebre miliardario americano. Sembra anche che, presso la famiglia Pickman di Boston, sia presente una copia del testo greco stampato in Italia nel sedicesimo secolo: se è vero, questa è comunque certamente svanita insieme col pittore R. U. Pickman, di cui si sono perse le tracce dal 1926. Il libro è posto all'indice da tutte le religioni del mondo. La sua lettura determina conseguenze terribili. Si dice che sia appunto da vaghe notizie su quest'opera (della cui esistenza una ben piccola parte della gente è al corrente), che lo scrittore R. W. Chambers abbia tratto lo spunto per il suo celebre romanzo The King in Yellow, il cui filo conduttore è un libro iniziatico la cui lettura provoca la follia. In seguito alla diffusione di questo documento, numerosi scrittori ed appassionati del fantastico contribuirono alla nascita della "leggenda del Necronomicon", attraverso riferimenti, brani musicali, citazioni e, come nel caso di Colin Wilson, libri presentati come estratti della versione in inglese del Necronomicon. Inutilmente, lo stesso Lovecraft si affannò a spiegare nelle sue lettere che tanto il sinistro volume quanto il suo folle autore non esistevano, essendo solo frutto della sua fantasia: la maggior parte dei lettori credette (e, a quanto pare, crede ancora) alla reale esistenza del testo maledetto.


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